5coinquilini

domenica, aprile 30, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 7

Questo post è dedicato a Meria.
Carissima Meria potrei essermi offeso per esser stato chiamato Vanga ma invece ti ringrazio. L'associazione e il riferimento sessuale si è fatto spazio nella mia testa e sinceramente non mi dispiace come soprannome. Meglio di pirla, sicuro.
Detto questo, Svevo è di gran lunga superiore a Calvino, pur avendo scritto solo tre libri. La coscienza di Zeno non ha paragoni con tutta l'opera, anche se di gran livello, di Calvino. Questo non è un conflitto tra noi due ma tra Itali. Ora resta da decidere quale dei due sia il vincitore. Se proprio di conflitto vogliamo parlare.
La misurazione del mio genio poi, passa di certo attraverso il confronto che per quanto mi riguarda è sempre ben accetto. Ma argomenta, perché a lanciare il sasso son capaci tutti, così come lo sono quelli che danno solo ragione. Che poi la ragione la si dà ai pazzi che sono i geni per eccellenza.
Ti lascio quindi con una citazione di colui che tu ritieni l'Italo per eccellenza.


La più piccola manchevolezza nel servizio dava ad Agilulfo la smania di controllar tutto, di trovare altri errori e negligenze nell’operato altrui, la sofferenza acuta per ciò che è fatto male, fuori posto…Ma non essendo nei suoi compiti eseguire un’ispezione del genere a quell’ora, anche il suo contegno sarebbe stato da considerare fuori posto, addirittura indisciplinato. Agilulfo cercava di trattenersi, di limitare il suo interesse a questioni particolari cui comunque l’indomani gli sarebbe toccato accudire, come l’ordinamento di certe rastrelliere dove si conservavano le lance, o i dispositivi per tenere il fieno secco…Ma la sua bianca ombra capitava sempre tra i piedi al capoposto, all’ufficiale di servizio, alla pattuglia che rovistava nella cantina cercando una damigianetta di vino avanzata dalla sera prima…Ogni volta, Agilulfo aveva un momento d’incertezza, se doveva comportarsi come chi sa imporre con la sola sua presenza il rispetto dell’autorità o come chi, trovandosi dove non ha ragione di trovarsi, fa un passo indietro, discreto, e finge di non esserci. In questa incertezza, si fermava, pensieroso: e non riusciva a prendere né l’uno né l’altro atteggiamento; sentiva solo di dar fastidio a tutti e avrebbe voluto far qualcosa per entrare in un rapporto qualsiasi con il prossimo, per esempio mettersi a gridare degli ordini, degli improperi da caporale, o sghignazzare e dire parolacce come tra compagni d’osteria. Invece mormorava qualche parola di saluto malintelligibile, con una timidezza mascherata a superbia, o una superbia corretta da timidezza, e passava avanti; ma ancora gli pareva che quelli gli avessero rivolto la parola, e si voltava appena dicendo: - Eh?- ma poi immediatamente si convinceva che non era a lui che parlavano e andava via come scappasse.
- Italo Calvino - [ Il cavaliere inesistente ]


Nota a margine: beninteso cara Meria che in parte Agilulfo sei tu e che il capoposto sono io, indaffarato nelle mie banali faccende vedo la tua ombra bianca che vuole correggermi ma non riesce a farlo a dovere.
Piacere mio.

venerdì, aprile 28, 2006

I PUNTI FERMI DELLA VITA DI CARLO

Vorrei raccontare insieme all’aiuto di Vanza, che come un avvoltoio su una carcassa è seduto di fianco a me, qualcosa in più di Carlo. O meglio vorremmo raccontare e spiegare i punti fermi della sua vita, la filosofia che lo ha fatto vivere per i suoi primi 23 anni e che la ragazza innominabile ha non solo infranto ma anche calpestato.

1. La maratona uccide
La filosofia di Carlo per quanto riguarda le sue storie d’amore. Stare per molto tempo con una persona ti porta inevitabilmente a voler stare senza di lei. Un’ora insieme è piacevole, due anche, un pomeriggio, una serata, insomma un po’ di tempo che non si protragga però in un bel po’ di tempo.
E’ come quando vai a correre al parco, se corri per poco tempo magari poi ti senti anche bene ma se corri per troppo tempo allora è probabile che poi stai male e che il giorno dopo stai ancora peggio.

Il Vanza dice: Basta solo un po’ di allenamento!

2. Il finale è tutto
In qualsiasi situazione, amorosa o meno, puoi aver dato il peggio di te ma puoi sempre recuperare nel finale. Qui la metafora è cinematografica. Anche se tutto il film fa schifo e pensi che non potrai mai dire che quello è un bel film, se arriva un gran finale lo puoi salvare tutto e magari anche rivederlo. Così in una storia d’amore il momento della fine è essenziale. Una buona fine ti permette di salvare parte delle cose brutte o poco piacevoli che sono successe.

Il Vanza dice: Concordo! Pensa al Padrino parte terza. Il film è veramente orribile ma la morte di Sofia è decisamente l’attimo che salva il tutto.

3. Segui sempre il tuo sentiero dorato
Imparare da soli per non avere condizionamenti esterni di qualsiasi tipo. Soprattutto in ciò che riguarda un minimo la parte artistica che c’è dentro ad ognuno di noi. Per questo Carlo non ha mai frequentato una scuola d’arte ma dipinge, scrive ma non ha mai studiato o fatto corsi di scrittura. Insomma è contro ogni tipo di insegnate che ti dice come tirare fuori il tuo lato creativo o che vuole insegnarti ad essere ciò che in realtà sei già. Meglio il lavoro su se stessi partendo da se stessi e stabilendo da soli la strada.

Il Vanza dice: ok. Ma se all’incrocio sbagli, sicuro che poi ti ricordi la strada per tornare indietro senza dover disseminare merda d’artista per tutto il tragitto?

4. Ti amerò per una volta sola
Carlo divide le sue passioni in ordine di possibilità di fruizione. Ogni film deve essere visto almeno una volta. Non bisogna mai fermarsi ai pregiudizi dei media, degli amici o di chiunque altro. Bisogna guardare tutto, almeno una volta. Poi ci sono film che possono o devono essere guardati due volte, alcuni tre, altri quattro, altri ancora infinite volte. Nella categoria “non mi stanco mai di te” ce ne sono veramente pochi. Invece la categoria “una botta e via” è strapiena.

Il Vanza dice: La tua categoria “una botta e via” non è solo strapiena ma esplode. E non mi riferisco ai film.

5. Non vale la pena sporcarmi il cervello con te.
Come quando uno vuole picchiare un altro e gli dice “non mi sporco le mani con uno come te”. In questo caso se uno è talmente idiota da non poter instaurare con lui un dialogo civile allora tanto vale lasciar perdere. Perché la limpidezza del cervello è ben più importante di quella delle mani. Tanto vale non sporcarsi il proprio cervello discutendo inutilmente come quando vuoi picchiare qualcuno ma ti rendi conto che è meglio se stai fermo.

Il Vanza dice: E’ per questo che rispondi a quello che ti dico due volte su tre?

6. La minestra riscaldata fa schifo ma la pizza è ancora più buona
I ritorni di fiamma secondo Carlo devono essere divisi in due categorie: minestre e pizze. Se la ragazza ritorna piangendo e implorando il perdono l’unica cosa da capire è se si tratti di una minestra che riscaldata fa schifo oppure di una pizza che riscaldata prende ancora più sapore. Ovviamente l’innominabile LEI di Carlo sarebbe una pizza. Sarebbe perché ancora non è tornata per essere riscaldata e speriamo non ritorni mai.

Il Vanza dice: Ok per la minestra, che riscaldata fa schifo, ma sei sicuro che la pizza alla rucola riscaldata sia così buona?


Per ora abbiamo raccolto questi ma ce ne sono molti altri. Aggiorneremo se ce ne vengono in mente altri. Carlet non ti arrabbiare.

martedì, aprile 25, 2006

VOLUMI ALL'IDROGENO

…Per questa rabbia che in punta al mio palato sfiora La nudità della tua intelligenza e ancora Per il tuo corpo altare ed unica dimora Ti sto cercando…
E il cielo di Torino mi accoglie inaspettatamente domenica pomeriggio. Avevo rinunciato da tempo a questo concerto perché pensavo che il 24 dovevo lavorare e una volta scoperto che ero a casa era saltata fuori la storia dei biglietti ed era ormai troppo tardi per prenotarli.
Ma Pao, il mio ex ragazzo, quello che quando stavamo insieme non ha mai fatto quasi niente per me, quello che se ne strafregava di cosa piaceva a me, quello che non è mai venuto ad un concerto con me mi chiama domenica mattina e mi dice che ha un biglietto in più. Alle 3 sono già sul treno per andare a Torino.
Pao è stato molto gentile, mi ha dato tutte le indicazioni per arrivare a questo cavolo di palacoso dove si svolgeva il tutto. Io, ovviamente, ho sbagliato tram e sono finita a Porta Palazzo, in mezzo al mercato più rumoroso del mondo. Torno indietro e finalmente vedo Pao. Non c’è molta gente fuori e decidiamo di andare a mangiare. A casa sua che non è molto lontana da lì, secondo lui. Perché a me pare di aver fatto tantissima strada.
La casa di Pao non è male, incasinata dieci volte più della nostra. Nel momento in cui ho visto il delirio che c’era in cucina ho ringraziato di avere Paolo come coinquilino. Romperà i coglioni però almeno un minimo di ordine riusciamo a mantenerlo. Pao e i suoi tre coinquilini ordine non sanno neanche cosa voglia dire. Sono davvero strani questi tre tizi. Un misto tra un punk, un nerd e un hacker. Praticamente indefinibili. Ma meglio così. Loro al concerto ci vengono ma solo dopo mezzanotte perché prima devono dedicarsi ad altre cose di cui non capisco bene il senso. Mangiamo una pizza presa lì vicino e torniamo al PalaIsozaki.
Il titolo dell’evento è inspirato a “Jukebox all’idrogeno” di Ginsberg, uno tra i miei tanti autori preferiti. Tutti i concerti saranno associati a citazioni letterarie e ad autori vari. Non posso che essere contenta di partecipare ad un evento che almeno nella sua presentazione riunisce le mie due passioni, musica e letteratura.
Entriamo. Decidiamo di sederci in tribuna perché suoneranno tanti gruppi. Meglio sedersi per un po’ prima di dover stare in piedi per 6 ore. Il palco è veramente spettacolare e una volta che cominceranno a suonare si rivelerà in tutta la sua forza, giochi di luce meravigliosi.
Il concerto comincia alle 10 passate con più di un’ora di ritardo. I Perturbazione sono gli unici che conosco del primo pezzo di concerto. Loro non sono male ma la tipa che cantava prima e dopo di loro mi ha veramente ucciso. I Marlene Kuntz, vengono subito dopo e anche qui non è che mi sia divertita granchè. Bravi sono bravi, anzi bravissimi però li preferisco in altre occasioni. I Mau Mau risollevano un po’ l’atmosfera ma è solo con l’ingresso degli Africa Unite che il concerto comincia veramente a scaldarsi. Madaski è un grande e la preponderante presenza dell’elettronica mi sembra un’ottima scelta. Poi il concerto si ferma e vengono proiettati dei filmati con musicisti e scrittori che recitano varie parti di libri o canzoni. Veramente notevole. Alcuni contributi erano veramente al limite del surreale in quel contesto.
Per il concerto dei Linea 77 decidiamo di scendere nella pista ma abbiamo un biglietto che non ce lo permette e allora ci toccherà seguire il concerto dalla tribuna. Uno dei due cantanti tira di quegli urli che se li faccio io divento muta all’istante. Veramente bello il loro concerto. Avrei preferito altre loro canzoni e magari anche qualcosa in più, ma non importa è stato bello anche così. E con "66 diabolous in musica" entrano i Subsonica. Quella canzone spacca tutto il palazzetto, la gente, prima ferma, ora comincia a ballare e a saltare. Ed è impressionante vedere dall’alto il fiume di gente sotto di te che si muove tutta insieme. Mi chiedo sempre più spesso come facciano a sopportare sta botta enorme di adrenalina i musicisti che suonano con un pubblico così grande. Anche se il palazzetto non era pieno e sotto c'erano dei buchi enormi, dovuti al fatto che tanta gente non poteva accedere, la gente è parecchia.
Il concerto dei Subsonica non è il migliore che abbia visto. Ne ho visti di meglio. Certo che avendone visti parecchi uno un po’ meno in forma ci sta. Anche le canzoni non sono le mie preferite ma i ragazzi trascinano parecchio e stare fermi è veramente impossibile. E’ il loro primo concerto che faccio senza stare a stretto contatto con la gente. Praticamente sono vicino solo a Pao e balliamo da soli come dei pazzi, rischiando di cadere sulle sedie davanti ogni tre minuti. Vuoi per lo spazio ridotto, vuoi per l’alcol che abbiamo in corpo, accumulato nei concerti precedenti a quello degli Africa.
A metà del loro concerto si palesa, finalmente, Alessandro Baricco, cerco di fare una foto per il Vanza, suo grande fan, ma non credo sia venuta granchè. Legge Moby Dick. Uno dei momenti più belli della serata. La lettura è intervallata dalla musica e mi sembra che il tutto sia stato pensato alla perfezione al contrario di altri gruppi che non hanno interagito granchè con la parte letteraria dell’evento.
Il finale con Sole Silenzioso è veramente fantastico, questa canzone è spettacolare. I video durante la performance sono sempre bellissimi.
Di negativo sottolinerei soltanto, la divisione dei biglietti, un sacco di gente che è rimasta fuori perché non aveva il biglietto e poi dentro c’era tantissimo spazio, le tantissime persone che erano lì solo per i Subsonica e si sono lamentate durante gli altri concerti, a mio avviso anche se non perfettamente nei miei gusti, assolutamente pregevoli. Infine sottolinerei anche il corso di perfetto stronzetto che è stato fatto fare a tutti i ragazzi della security, veramente pessimi. E forse avrei preferito un po’ più di spazio in alcuni momenti ai libri e alle citazioni che scorrevano sugli schermi.
Usciamo e ci dirigiamo al fiume. Io adoro le città con i fiumi, sono diverse dalle altre. A Milano c’è il Naviglio, che assomiglia di più ad una fogna che ad un fiume e l’atmosfera lungo i ponti del Po è veramente fantastica. Il concerto è finito verso le 3 e con il giro per la città siamo arrivati alle 5 di mattina. Ma non ho sonno. La città tra poco ci proporrà l’alba e io non voglio perdermela. Non ho freddo e decidiamo di stare in giro fino alle prime luci del mattino. Io e Pao. Un po’ come ai vecchi tempi ma neanche tanto. Alle 6.30 tocco il divano di casa di Pao e nel momento in cui mi tolgo una scarpa sono già morta di sonno e mi addormento all’istante. Mi sveglio che è ormai pomeriggio, saluto Pao con molto affetto e credo che tornerò a trovarlo perché sono stata veramente bene con lui.
Il treno arriva a Milano che è ormai sera tardi, giusto il tempo di raccontare tutto ai coinquilini che già ho voglia di dormire.

Ps: le foto non sono mie ma prese in giro per vari siti web.

sabato, aprile 22, 2006

SCUSA, MA TU SEI MIA FIGLIA?

Belle vero?
Ieri sono andata a cena a casa dei miei. Alla fine di tutte le solite cose che ci diciamo, mia madre mi porge un pacchetto e mi dice: "ho un regalo per te"
Lo apro e ci trovo dentro ste due robe di spugna gialla. Io non uso mai le ciabatte. Se sto in casa o sto a piedi nudi oppure direttamente con le scarpe. Sono talmente pigra che le ciabatte non ho mai voglia di mettermele. Quando torno a casa tengo le scarpe e quando mi sveglio resto a piedi nudi, con le calze. Al massimo le infradito ma una volta su mille.
Possibile che mia madre in 20 anni di abitazione comune non sappia che non uso le ciabatte?
Allora la guardo e ovviamente dico: "grazie ma...io...non le uso le ciabatte"
E mia madre: "ah"....................."però queste sono di spugna e te le puoi mettere quando esci dalla doccia, così appena apri il box non goccioli fuori e ti asciugi i piedi"
Io: "?????"..........." ma io non ho la doccia"
Mia madre: "Ah veramente ? Pensavo di si, mi sarò confusa con qualcun'altro."
ma perchè mia madre quanti figlie ha che non vivono più con lei? Che potrebbero possedere una doccia al posto della vasca?
Mia madre è proprio distratta su quello che mi riguarda, sulle cose che faccio o su dove vivo. Non lo so, però io mi sforzo anche di raccontarle un pò di cose che mi riguardano ma lei niente, tabula rasa su tutto quello che dico.
Ovviamente le ciabatte non sono così importanti e neanche che lei sappia se ho o no la doccia, però mi fa davvero incazzare che per quanto mi sforzi a volte sembra che della mia vita non gliene freghi proprio un cazzo.
Probabilmente non sa nemmeno che facoltà faccio adesso, si limita a dire che vado all'università e non so nemmeno se si ricorda tutti i nomi dei miei coinquilini.
Mio padre intanto, mi guarda e mi dice: "io lo sapevo che non avevi la doccia"
Eh grazie almeno questo è un passo avanti.
Penso di scrivere un libro per i miei genitori del tipo, ama, odia, legge, ascolta, il colore preferito...sempre che abbiano voglia di leggerlo.

venerdì, aprile 21, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 6

Laura, la spagnola ha vinto! Ha indovinato chi è il Joe R. di cui parliamo spesso.
Ecco quindi che lui si merita la citazione che è stata chiamata così a lungo.
L'ho cercata per tanto e tanto tempo. Probabilmente ancora non l'ho trovata. La citazione perfetta di uno dei miei autori preferiti. Allora ho pensato che citare il primo suo libro che ho letto avrebbe avuto più senso che citare un pezzo qualsiasi. Succede sempre così per gli autori che ami di più. Ti piacciono pezzi e pezzi, interi libri e non sai decidere. E' facile scegliere un autore che non ti entusiasma come questo, perchè in un libro magari salvi poche cose, pochi pezzi, solo alcuni dialoghi e qualche pagina. Ma di lui salvo quasi tutto quello che ho letto. Ecco quindi il pezzo finale del primo libro. Un serpente che si mangia la coda, perchè finisce dove in realtà ha inizio la mia passione per i suoi libri.

Fece manovra con la Rambler e si allontanò lungo il vialetto. Salutai l'auto che se ne andava, senza sapere se Ben mi vedesse nello specchietto retrovisore. Mi voltai per rientrare in casa. Un fragoroso ritorno di fiamma mi smosse il sangue, e riprovai l'esaltazione della notte della sparatoria. Mi girai di scatto, capendo subito che la detonazione proveniva dalle candele della vecchia Rambler. Poi l'eccitazione sparì. Allora provai paura, perché per un momento il rumore, così simile a uno sparo, mi aveva travolto con un'ondata di limpidissima euforia. E adesso che l’onda era passata, mi sentivo deluso. Fu questo a spaventarmi di più. La delusione.- Alla larga dalle ombre - proclamai ad alta voce, e poi, mentre varcavo la porta d'ingresso, ripetei quella frase come se fosse un incantesimo contro il male. - Alla larga dalle ombre. -
-J.R. Lansdale- [Freddo a Luglio]
Nota a margine:
Laura, vincitrice del concorso, lascia la tua mail se vuoi ricevere il premio oppure inviamela al mio indirizzo luca_flash@hotmail.it
Ovviamente se hai usato google o altri stratagemmi per indovinare, non riceverai niente.
Giulia, padrona di casa di questo posto, mi dispiace aver messo due post uno dietro l'altro. Spero sarò perdonato.

giovedì, aprile 20, 2006

VANZA NON CHIAMA E NESSUNO RISPONDE

Mi sono state fatte notare due cose:
1. che non metto mai il nome del libro ma solo dell'autore. In realtà non è una scelta consapevole ma solo un semplice vizio o una dimenticanza perchè credo che chiunque possa giungere a riconoscere il libro che cito. Sono supponente e lo so. E infatti mi sbagliavo perchè mi arriva una mail chiedendomi qual'era il libro di Svevo. Il più riconoscibile secondo me. Ma la prospettiva da cui si guardano le cose è sempre assolutamente relativa, per cui da oggi ritengo giusto scrivere anche il nome del libro. Sperando che qualcuno lo legga in seguito, senza tirare ad indovinare o mandarmi una mail che mi indispettisce tutto il giorno.
2. che parlo spesso degli autori con il loro nome e mai con il cognome. Questo, invece, è assolutamente consapevole. Spero che se dico Italo chiunque in questo paese lo associ a Svevo. O se dico Chuck o Ernest chiunque lo associ ai rispettivi propretari. Ma ancora una volta sbagliavo. Perchè mi è stato chiesto chi cazzo era questo Joe R. che continuavamo a tirare in ballo. Ora, mi sono indispettito anche per questo, ma poi ho relativizzato il tutto e ho pensato che non tutti possono conoscere gli autori che piacciono a me. Ma visto che chiamarli per nome mi diverte continuerò e visto che già metto il nome del libro mi sembra di essere già venuto incontro a tutti. Lo ripeto, so di essere supponente.
Detto ciò, vado a cercarmi la coda di paglia che mi è venuta, perchè a chi cazzo le devo tutte queste spiegazioni se non a me stesso?

Per chi fosse interessato la citazione di Joe R. arriverà a breve e chi indovina di chi sto parlando si becca un premio. L'entità del premio ovviamente la decido io. Partecipate numerosi.
Esclusi dal gioco G. e C.

!

E pensare che un anno e mezzo fa stavo qui a sbaciucchiarmi con l’uomo della mia vita.
Ora invece sto a casa e il massimo delle mie uscite coincidono con una birra con un batterista che non fa altro che dire che la batteria rappresenta il corpo umano e lui lo suona tutto alla perfezione.
Ma per piacere!
Rivoglio l’uomo spagnolo!!!!!

martedì, aprile 18, 2006

QUEL BRAVO RAGAZZO STRANIERO

Domenica io, mio padre e Tyler siamo partiti per andare in montagna da mia zia per festeggiare Pasqua. Ad attenderci mia madre, in missione da tre giorni, zie, cugini, amici di famiglia e altri sconosciuti. La casa di mia zia è enorme, più o meno 10 posti letto in una mansarda piena di letti a castello e un paio di letti matrimoniali. I posti saranno più o meno riempiti tutti.
Partiamo alle 10 e il viaggio scorre abbastanza bene. L'autoradio della macchina di mio padre si inceppa alla prima galleria e optiamo tutti per una cassetta. Abbiamo due scelte: la discografia completa di Claudio Baglioni (di mia madre) e "Cross road" dei Bon Jovi. Scegliamo la seconda. E quando Giovanni BonGiovanni comincia a cantare Livin’ On A Prayer è il delirio. Io e l'american non ci tratteniamo e cantiamo tutta la canzone. Cosa che si ripeterà con Someday I'll be saturday night e ovviamente Always. Le altre le sapevo tutte ma non volevo dare a vedere troppo di essere stata una fan del gran tamarro che è mr BonGiovanni.
Quando arriviamo ho una gran angoscia addosso. Nessuno conosce Tye che non assomiglia proprio al figlio del mobiliere brianzolo e mia madre l'ha visto si e no un paio di volte e quelle non sono state neanche tanto tranquille.
Entriamo. Un casino di gente ed è subito consuetudine: "Oh ma come sei cresciuta! da quanto tempo non ti vediamo!come va l’università? Il tuo amico è straniero?"
Fortuna che c'era Tye perchè l'attenzione si è magicamente spostata su di lui. Tutto il tempo a chiedergli da dove veniva, come mai era in Italia, da quanto, quanto tempo vuole restare, come si trova a Milano...Lui rispondeva meravigliosamente e con grande pazienza a tutto quello che gli chiedevano e a quello che non capiva o sorrideva o diceva "questo è buonissimo" indicando il piatto. Momento di panico quando mio zio si avvicina al New Yorker e gli chiede: cosa ne pensi di Bush? La risposta di Tye (per fortuna): "questo è buonissimo". Grande! Ti voglio sempre più bene. E intanto lui si scofana di tutto. Antipasto, primo, secondo, di nuovo secondo, dolce, colomba, caffè e amaro digestivo alle erbe di montagna.
Finito di mangiare mio padre vuole uscire da casa, pressato dalla troppa gente e in cinque andiamo a fare un giro. Tye continua a dire che a lui la natura piace un sacco, la montagna, le passeggiate nei bosci, stare all’aperto. Seeeeeeeee, come no! Nato e cresciuto a New York ora abita a Milano nel traffico più assurdo. Il massimo della natura che ha visto è l'Idroscalo. E' un gran paraculo l'americano. Si fa volere bene da tutti. Sorride, dà pacche sulle spalle, beve grappa insieme a tutti, prende una porzione doppia di tutto e alla fine sparecchia pure. Ma quando mai si è visto? Che a casa non ha mai lavato neanche un cucchiaino!
Però meglio così. Lui non vuole discurtere con nessuno e visto che è da parecchio tempo lontano dalla sua famiglia, gli fa un sacco piacere ricevere tutte queste attenzioni ed essere ben voluto da tutti.
Cena e partita a carte. Poi io, Tye e due miei cugini ci facciamo un giro in un bar lì vicino. Ma su invito dell'americano torniamo a casa presto. Andiamo a dormire che è più o meno mezzanotte.
Alla mattina ci sono tre persone; mia madre, mia zia e la moglie di mio cugino arroccate in cucina a preparare i pizzoccheri. A me non hanno fatto prendere neanche un pò di caffè, “perchè ormai è troppo tardi”. A Tye che si è alzato mezzora dopo di me, hanno preparato la colazione completa. Eccheccazzo, adottatelo!
La giornata scorre tranquilla e dopo il pranzo che ha decimato metà dei presenti si continua a giocare a carte e poi risiko e poi monopoli e poi un sacco di altre cose che io non sopporto. La rompipalle della festa sono ovviamente io e l'americano è diventato "quel bravo ragazzo straniero".
Verso sera, dopo cena, siamo pronti a partire e tutti continuano a chiedere a Tye di venire a Natale, a varie cene, di farsi vedere ogni tanto. Partiamo e per fortuna la radio è morta, altrimenti ci sarebbe toccata la discografia di Claudione.
I miei ci lasciano a Milano e decidono di non salire (meno male). Così torniamo a casa e troviamo solo Paolo sul divano che guarda la tv. Mi chiede: com'è andata?
E io gli dico: tutto bene, grazie. Stessa domanda a Tyler, e lui: non ho mai mangiato così tanto, troppo belle le feste in famiglia
E Paolo: Che paraculo che sei Tyler!
ps: la foto è sempre su gentile concessione di mio padre

sabato, aprile 15, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 5

Ecco la citazione pasquale. Non sono religioso però mi sembra giusto citare un pezzo che ha a che fare con il significato di questa festa. La resurrezione. In tutti i sensi. Non solo dopo la morte, non solo ad un altra vita ma la resurrezione intesa come cambiamento, come risveglio, come nuovo modo di guardare alla vita. Non serve morire fisicamente per risorgere. Augurando a tutti di risorgere nel miglior modo possibile ecco la citazione.

Quando Siddharta lasciò il boschetto nel quale rimaneva il Buddha, il Perfetto e nel quale rimaneva Govinda, allora egli sentì che in questo boschetto restava dietro di lui anche tutta la sua vita passata e si separava da lui. Su questa sensazione, che lo riempiva tutto, egli venne riflettendo mentre s'allontanava a lento passo. Profondamente vi pensò, come attraverso un acqua profonda si lasciò calare fino al fondo di questa sensazione, fin là dove riposano le cause ultime, questo appunto è pensare -così gli pareva- e solo per questa via le sensazioni diventano consocenze e non vanno perdute, ma al contrario si fanno essenziali e cominciano a irradiare ciò che in esse è contenuto.[...]Si guardò attorno come se vedesse per la prima volta il mondo. Bello era il mondo, variopinto, raro e misterioso era il mondo! Qui era azzurro, là giallo, più oltre verde,il cielo pareva fluire lentamente come i fiumi, immobili stavano il bosco e la montagna, tutto bello, tutto enigmatico e magico, e in mezzo v'era lui, Siddharta, il risvegliato, sulla strada che consuce a se stesso.
-H. Hesse-
Nota a margine (per G. e C.): giuro che ho cercato per giorni tra tutti i libri che ho di Joe R. qualcosa che avesse a che fare con questo tema e non ho trovato niente. Peccato perchè so che volevate una sua citazione ma la prossima potrebbe aggiudicarsela lui perchè rileggendo ho trovato interessanti spunti.

LA DIASPORA DEI COINQUILINI

Tornata da due giorni di vacanza in quel di Como a casa dei miei due amici Laura e Gianni mi rendo conto, con piacere, che la casa è praticamente vuota.
Una vera e propria migrazione in occasione delle vacanze pasquali.
Come sempre è rimasto solo Tyler sprovvisto di famiglia rompicolgioni nelle vicinanze e di tradizioni cattoliche da osservare.
In ordine. Sara è tornata nelle valli bergamasche ormai da tempo, si parla più o meno di una settimana. Paolo è fuggito dall'altra parte di Milano per farsi ospitare dalla sua mammina per tutta la durata delle vacanze. Mangerà solo verdura e cose sane preparate in casa dalla cameriera filippina. Carlo è tornato ieri in Brianza e pare che lui e il Vanza stiano mettendo a ferro e fuoco i piccoli paeselli. Gli abitanti già tremano al solo pensiero della ricostituita coppia di vandali del paese.
Io me ne andrò domani mattina ma non starò in Brianza. Tornerò prima a casa e poi andrò con mio padre e mio fratello in montagna a casa di mia zia. Mia madre è già partita ieri per preparare tutto il pranzo. Tremo anche io all'idea di quanto potrò mangiare e di quale piatto richiede una preparazione lunga tre giorni.
Tye viene con me perchè John è andato in Sicilia con i suoi coinquilini e la Cesi che lo ospita sempre nelle occasioni festive è partita anche lei. Ha ricevuto l'invito da una famiglia colombiana che abita al secondo piano ma visto la presenza di tre figli piccoli che strillano in continuazione ha deciso di declinare gentilmente l'invito.Vedremo come tutta la mia famiglia dagli zii ai cugini reagiranno alla presenza dell'immigrato americano. Sperando che lui riesca a resistere a tutte le tradizioni brianzole che vengono immancabilmente osservate in queste occasioni.
La casa quindi resterà vuota per una paio di giorni e manuelito potrà essere il vero padrone di casa e concretizzare tutti i suoi piani di vendetta sul povero tucano brasiliano. Ormai dalla guerra fredda siamo passati alla barbagia armata.

mercoledì, aprile 12, 2006

NO ENTIENDO

Buenas tardes,
miei cari coinquilini questa volta avete davvero esagerato!
Sono molto scontento perché la mia foto non si vede più.
Avevate promesso che mi avreste dedicato più spazio nel blog perché avevate dimenticato di dire che in questa casa ci sto anche io.
E poi avete messo la foto per farmi credere che avevate considerazione di me e invece non era vero niente!!!!
Per di più avete chiesto a quello scemo di marchino di portare qualcuno per farmi compagnia e invece volete solo rimpiazzarmi.
Per di più fate pesanti insinuazioni sulla mia provenienza dicendo che vengo da un commercialissimo ipermercato.
E poi portate a casa quel cazzo di pappagallo tutto lucido e mi avete fatto proprio sbroccare. Io sono il vero animale. E non mi sta per niente bene che mi avete messo su questa orribile mensola. Rivoglio il mio posto sul divano!!!!

Sappiate che lui sarà eliminato a breve.
Manuelito, El perro rabioso

martedì, aprile 11, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 4

Potrei introdurvi questa citazione spiegandovi cosa significa per me la parola vizio. Io ne ho molti ma quelli veramente preponderanti sono due: fumare e leggere infinite volte questo libro che praticamente so a memoria. Poi ce ne sono molti altri come bere troppo, usare troppi avverbi, guidare con una mano sola sul volante, bere una moca da tre alla mattina, addormentarmi sempre dopo aver letto qualcosa, usare troppo la parola qualcosa, imparare inutilmente a memoria pezzi e pezzi di libri, cercare di fare un elenco completo dei miei vizi senza riuscirci mai.
Ecco quindi il grande Svevo con il suo grande libro e con il mio pezzo preferito che mi spiega per bene che ogni giorno che cerco di smettere di fumare è solo un giorno perso e che ogni sigaretta è sempre l’ultima.

Mi colse un’inquietudine enorme. Pensai: “Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta”. Accesi una sigaretta e mi sentii subito libero dall’inquietudine ad onta che la tosse forse aumentasse e che ad ogni tirata sentissi alle tonsille un bruciore come se fossero state toccate da un tizzone ardente. Finii tutta la sigaretta con l’accuratezza con cui si compie un voto. E, sempre soffrendo orribilmente, ne fumai molte altre durante la malattia. Mio padre andava e veniva col suo sigaro in bocca dicendomi:
- Bravo! Ancora qualche giorno di astensione dal fumo e sei guarito!
Bastava questa frase per farmi desiderare ch’egli se ne andasse presto, presto, per permettermi di correre alla mia sigaretta. Fingevo anche di dormire per indurlo ad allontanarsi prima.
Quella malattia mi procurò il secondo dei miei disturbi: lo sforzo di liberarmi dal primo. Le mie giornate finirono coll’essere piene di sigarette e di propositi di non fumare più e, per dire subito tutto, di tempo in tempo sono ancora tali.
- I. Svevo-
Nota per i coinquilini: tornerò a citare i contemporanei americani, ve la siete scampata solo per questa volta.

domenica, aprile 09, 2006

EXIT POOL

Il sondaggio sul Vanza si è chiuso venerdì.
Ecco i risultati.

Direi che stravince che è un PIRLA.
Quasi la metà dei votanti, il 47%, ha risposto così.
Al secondo posto “un giusto mix di idiozia e intelligenza” incalzato da “un figo pazzesco”. Al quarto posto “uno scroccone nullafacente” con solo il 7% dei voti. L’opzione “non lo so, non lo conosco” non è neanche stata presa in considerazione.
Sappiamo tutti che il 7% dello scroccone nullafacente è stato determinato da Paolo e il 47% del pirla forse da tutti noi coinquilini. Però sappiamo anche che noi scriviamo tutti dallo stesso computer e quindi abbiamo dato al massimo uno o due voti al giorno, perché a volte non ci faceva più rivotare. Quindi qualcun altro avrà votato che il Vanza è un pirla.
Trai le tue considerazioni. Ci sentiamo di dire che devi essere solo onorato di aver vinto quell’appellativo e se non vuoi essere il faraone delle citazioni, ora, con il consenso popolare derivato da questo sondaggio, puoi sempre essere il faraone dei pirla.

Ecco quindi il nuovo sondaggio tutto incentrato sul nostro architetto.
Come definireste Paolo?
1. il figlio segreto di un dittatore
2. quello che rompe sempre le palle
3. un cinquantenne vestito da giovane
4. il trentenne che tutti vorrebbero essere

Su minaccia abbiamo tolto: l’architetto giovanile e quello con la ragazza rompipalle.
A voi, popolo di internet, l’ardua sentenza su una delle più controverse personalità della casa e su quello che si autodefinisce capo della casa. Solo perché ci abita da più tempo.

Aggiungerei che oggi io e Tye siamo a casa da soli e abbiamo realmente raggiunto dei livelli di scazzo allucinanti. Ci siamo svegliati alla 1 e abbiamo passato il resto del giorno sul divano e ora credo che a parte scrivere qui non farò nient’altro fino a domani.
La domanda che ci poniamo ora è:
Come torneranno Carlo, Vanza e Paolo dal loro week end torinese? Speriamo siano ancora vivi e sani e che non abbiano ucciso Paolo che si è autoinvitato all’ultimo minuto. Sara è dispersa da ieri mattina.

venerdì, aprile 07, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 3

Prima che chiunque di voi apra bocca e dica "ecco lo sapevo", sappiate miei cari non ammiratori delle consuetudini che è stato molto difficoltoso trattenermi dal non farlo fino ad adesso. Ma ieri mentre ero sdraiato sul letto questo libro mi è letteralmente caduto addosso. Ok, insieme ad altri venti libri (perchè la mensola ha ceduto n.d.r.) però quello è stato il primo che ho tentato di salvare. Ora ho un enorme livido sulla gamba destra ma sono fiero di poter dire che ho lottatto prima di citarlo e che porto i segni della lotta sul mio corpo. La citazione non è breve ma brevissima. Spero vi lasci senza parole come ha lasciato me la prima volta che l'ho letto:

"Qui, nel bagno, con me ci sono delle lamette. C'è dello iodio da bere. Ci sono delle pillole per dormire da ingoiare. Puoi scegliere. Vivere o morire.Ogni respiro è una scelta.Ogni minuto è una scelta. Essere o non essere. Ogni volta che non ti butti dalla tromba delle scale, è una scelta. Ogni volta che non vai a schiantarti con la macchina, ti rimetti in gioco."
-C. Palahniuk-

Andrei avanti all'infinito ma basta cercare per il blog e per i commenti e di sue citazioni ne troverete molte. E ai coinquilini che non apprezzano il mio eccessivo citare il miglior abitante di Portland dico solo: "la follia è il nuovo buonsenso".

lunedì, aprile 03, 2006

LA SIGNIFICAZIONE DEL TEMPO MODERNO

ok. Lo so che negli ultimi giorni non facciamo altro che parlare di libri, film e ora anche di arte però promettiamo che nei prossimi post torneremo i gran cazzoni che siamo sempre stati.
Allora ieri pomeriggio io, Carlo e il Vanza siamo andati al MiArt. I 10 euri dell'ingresso ci avevano un pò scoraggiati visto l'imminente affitto da saldare però ci siamo andati lo stesso. Piangeremo da qualche nonna per recuperare.
La fiera meritava parecchio. Tutta l'arte che piace a tutti e tre condensata in un unico luogo. E quando mai ci ricapita?
A Vanza non è che piace tanto l'arte contemporanea però lui è venuto solo per baccagliare qualche studentella d'arte con la frangetta e disposta a guidarlo per la fiera. Gli è andata male perchè l'unica guida che ha trovato è stata una fantastica donna sulla cinquantina radical chic con annesso gioiello etnico che non finiva più di asciugarlo sulla significazione della nostro tempo moderno.(?)
Ma comunque io e Carlo ci siamo liberati subito della nuova coppia e ce ne siamo andati in giro da soli. Parole in tre ore: cinque forse sei. Carlo è sempre preso da una specie di stato catatonico quando gli si presenta davanti una qualsiasi forma d'arte. Silenzio, silenzio e ancora silenzio. Niente commenti, niente espressioni facciali, solo silenziosa contemplazione.
E' il maestro zen del suo spirito artistico.
Ritroviamo il Vanza e la signora verso la fine nel settore dedicato all'arte orientale. I due si salutano, Mrs sotuttoiosullarte dice che sicuramente si rivedranno alla fiera del design oppure in qualche show room. Paura.
Il Vanza lancia un timido ammiccamento che cela tutto il suo terrore e dice: “si”.
Ora siamo pronti per uscire e torniamo alla metro accompagnati da circa 40 giapponesi. Siamo circondati. Ma non importa.
Vanza torna a casa che si deve riprendere dallo shock, io e Carlo andiamo a mangiare.
Carlo una volta tornati a casa dirà: "ci avrei vissuto giorni lì dentro. Se fossi Steve Jobs costruirei una fiera permanente in cui tutti potrebbero esporre e in cui io vivrei in una casa sul soffitto con il pavimento trasparente, così potrei guardare dall'alto sempre e in ogni momento".
Si ma non parlerebbe più per il resto della sua vita. Forse il suo maestro zen gli ha suggerito di costruire questa casa che ha come panorama una marea di opere d'arte, ma dubito fortemente che Carlo diventerà come Steve Jobs. Se non altro perchè non ha la minima idea di cosa sia Itunes. Per l'Ipod ancora se la cava ma solo vagamente.

Detto questo, la foto si riferisce allo stand di Coniglioviola che mi avevano anche consigliato di fare un giretto alla fiera. Andate sul sito perchè sti ragazzi son dei geni.
Se a qualcuno interessa, il coniglio è stato anche apprezzato dalla signor radical chic di cui sopra.

sabato, aprile 01, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 2

Giusto per dire che stasera non esco perchè non ho voglia di socializzare e perchè devo guardarmi le ultime sei puntate della seconda serie di LOST che poi lunedì devo restiuire il cd alla Eli.
Il punto della questione è che la gente mi sta anche un pò sul cazzo a volte e per questo vorrei andarci anche io su quell'isola, senza pazze francesi, senza dottorini pronti a salvare tutti, senza superfighe dall'oscuro passato, senza biondoni supermuscoli, senza creature mostruose, senza bambini, senza coreani. Ma credo che questo non sarebbe più lost.
Ma vabbè dai ecco la citazione del sabato sera di quella specie di asociale che spero di diventare col tempo:
"E' una serata bruttissima. Quando ero ragazzino, il pomeriggio del giorno di Santo Stefano lo passavamo così: mia nonna chiaccherava con la nonna di Adrian, un mio amico; mia madre e mio padre bevevano qualcosa con la madre e il padre di Adrian; io giocavo con Adrian; e i due nonnetti se ne stavano davanti alla tivù a scambiarsi battute. Il bello è che erano entrambi sordi come campane, ma cosa importava? Erano soddisfattissimi di questa loro versione di una conversazione reale, con le stesse pause, gli stessi ammiccamenti e gli stessi sorrisi di qualunque altra, ma senza alcun vero contatto. Erano anni che non ci pensavo, ma stasera mi torna in mente."
-N. Hornby-
Piccola nota a margine: avrei voluto citare il Signore delle mosche che mi sembrava più appropriato ma l'ho letto un sacco di tempo fa e non riesco a ritrovare i punti più interessanti. Magari lo rileggo e poi metto qualcosa. Frega a qualcuno di questa nota a margine?

L'INGHILTERRA DOMINA

Ieri sera siamo andati a vedere V per vendetta.
Premetto che era un sacco di tempo che non andavamo al cinema tutti insieme, perchè non è facile muoversi in cinque e accontentare i gusti e gli impegni di tutti.Comunque ieri ce l'abbiamo fatta.Il film è fantastico. La trama assolutamente attuale, la regia e la fotografia spettacolari.Andare in un cinema del centro di venerdì sera non è proprio una delle mie attività preferite però ieri sera non è stato così spiacevole. Di solito c'è un sacco di gente, la sala è piccola e ti assegnano sempre i posti peggiori. A me piace andare di pomeriggio nei cinema di periferia in cui non c'è nessuno e ti proiettano la visione delle 2 solo per te. Ti scegli il posto, mangi, parli, commenti il film, ti svacchi. Insomma come avere una sala di proiezione nel proprio soggiorno a 4,50 euro.Però non sempre ho pomeriggi liberi e sicuramente non li abbiamo mai tutti insieme.Allora per raccontare. Partiamo tutti insieme sul mitico pandino, solito casino per il parcheggio a km di distanza, solita coda per il biglietto e alla fine ci danno cinque posti vicini in mezzo. Vabbè non c'è andata così male.Il film prende subito tutti soprattutto Carlo che all'urlo di "ammazzali tutti" inneggia il protagonista. Dopo un paio di volte degli invitanti schhhhhhh lo invitano appunto a stare in silenzio. Sara come sempre non capisce bene le relazioni tra i protagonisti e ogni due per tre continua a chiedere: ma quello chi è? Ma di chi stanno parlando?Ma era lui quello? E altre cose abbastanza fastidiose che per fortuna non era vicino a me. Tye che si beccava tutte le domande di Sara e ovviamente capiva 1/4 del film non è che ha capito molto bene parecchi passaggi. Però la sua costanza nel guardare film in italiano è davvero ammirevole. Mi ricordo che quando io stavo a Londra sono andata una volta al cinema e a metà film mi ero già annoiata a morte. Troppo lo sforzo di dover capire tutto quello che dicevano. Fondamentalmente sono talmente pigra che non ho voglia di star lì a capire cosa si dicono.Alla fine il film è piaciuto a tutti soprattutto a chi aveva letto per bene 1984 e a Paolo che ha letto anche qualcosa del fumetto.La serata si conclude amichevolmente in zona Porta Ticinese mentre tutti cercano di dare la loro personale interpretazione della storia.L'unica considerazione che ci sentiamo di fare io e Sara sulla protagonista è che quella forse è una delle poche donne al mondo che sta bene con i capelli rasati. Se l'intento era quella di imbruttirla, beh non ci sono rusciti, stava sicuramente meglio così.