5coinquilini

venerdì, settembre 29, 2006

VANZA SCRIVE CIO' CHE VUOLE TANTO LA GIULIA E' IN VACANZA

Giulia è andata in vacanza per un paio di giorni.
Si spara, in ordine:
cena con i parenti
dormita rassicurante a casa dei genitori
partenza per Como
sparlate con la sua amichetta
concerto anni '70
sbronza
mattina e pomeriggio con amichetta
presumibile abordaggio da parte di qualche uomo
no no grazie
di nuovo sbronza
colazione e saluto amichetta
ritorno a casa
Tanto lunedì torna Carlo e ci pensa lui a mettere a posto tutto quello che combinerà in questi giorni. Poche regole e chiare. Non chiamatemi, non cercatemi, non fate casino sul blog, non fate casino in casa.Regole che io e l'architetto dobbiamo rispettare.

Allora carissimi io e l'architetto più giovane del mondo si era pensato di fare un post sulla Giulia, perchè lei sta sempre a parlare di noi. Poi si arrabbierebbe e allora abbiam lasciato perdere anche perchè l'architetto si era perso in una vena patetica a dir poco allucinante. Robe del tipo: Giulia la sorella che non ho mai avuto. Dio mio.
Ieri a mezzogiorno sono andato alla Feltrinelli in centro. Bel posto. Mi assetto come faccio sempre su una poltroncina nera e mi prendo l'ultimo libro di Chuck. Allora mio caro vediamo cosa mi tiri fuori. Apro, leggo. Arrivo a pagina più o meno 100 fino a quando la commessa si avvicina e mi dice: scusa ma lo compri o no il libro?
Ma ti pare?Mi manca la metà delle pagine, perchè dovrei comprarlo?
Però mica glielo dico. Le dico: si certo che lo compro, lo sto solo sfogliando.
E lei: da due ore?
Queste donne sempre esagerate. Un'ora al massimo.
Così prendo la copia del mio libro e mi avvicino alla cassa con fare non sospetto e vedo che la commessa mi guarda da lontano. Mi segue con gli occhi. Il libro non lo voglio comprare ora che ne ho letto metà. Costa pure 15 euro.
Così mi dirigo verso il libro che ero venuto a comprare. Underworld di DeLillo.
La fisso. Lei mi fissa. Poi un nerd con gli occhiali le si avvicina con un librone e lei si distrae per tre secondi. Il tempo di mollare Chuck e prendere Don.
Con passo deciso mi dirigo alla cassa. E' troppo lontana per capire che ho cambiato libro, l'importante è che mi veda mentre sto pagando. Pago il libro che non ho letto, 14.80.
Immaginate la faccia della commessa quando metterà a posto i suoi libri e si accorgerà della copia di Chuck nella colonna di Don. Si arrabbierà e si tatuerà nel cervello la mia insulsa faccia.
Così ora devo finire il libro, chiaro senza comprarlo, e per farlo devo cambiare libreria.
Non posso andare alla Feltrinelli in Piazza Piemonte perchè anche da lì mi hanno cacciato una volta e lì c'è pure il mega tizio in cravatta che fa tanta paura.
Quindi dovrò trovare un'altra libreria abbastanza grande.
Questa meravigliosa tecnica di lettura libri appena usciti a sbaffo me l'ha insegnata Giulia. Lei ci lascia pure il segno e imbuca in fondo la copia con l'orecchia alla pagina. Mi dice sempre, 40/50 pagine massimo altrimenti si insospettiscono. Ma con Chuck non mi trattengo.
Alla fine un pò ho parlato di lei, o no? Architetto va bene così, o devo scrivere anche io che la Giulia è la sorella che non ho mai avuto?

mercoledì, settembre 27, 2006

POTREI ANCHE BERE SENZA CANNUCCIA

Ieri sera vado a fare l'aperitivo in un locale sui navigli.
Non che mi piaccia sto granchè fare l'aperitivo. Ritrovarmi ubriaca prima delle 9 e dover spremere tutta la mia vena socializzatrice sempre prima delle 9.
Comunque ci vado. Tanti ragazzi yeah in questo posto. Dio, guarda come sono figo e come sono così schifosamente milanese.
Non credo si possa capire se non si è di Milano e non si disprezzano certi aspetti di questa città e della sua gente.
Il mio ragazzo, a volte, è un pò così pure lui. I navigli diventano il covo di tutti questi universitari figli di papà annoiati. In fondo anche io sono un'universitaria annoiata e sono figlia di mio padre, quindi non dovrei star tanto a giudicare. Ma comunque.
Ordiniamo il primo negroni mentre stiamo seduti su questi orrendi divanetti/puff/la cosa più scomoda del mondo e poi prendiamo da mangiare.
Mi portano il bicchiere senza cannuccia. Ecco allora cominciamo male. Voglio la cannuccia, così mi alzo e gentilmente vado al bancone a chiedere al cameriere che come sempre sembra uscito da uomini e donne se per favore può darmi una cannuccia.
Intanto si avvicina uno di questi ragazzi yeah, con i jeans sotto al culo e la maglietta a righe e mi dice: "tu sei bella perchè hai la vagina"
Allora, grazie ragazzino con la smart color pisello geneticamente modificato ma non c'era bisogno che me lo dicevi tu che ero dotata di un organo sessuale femminile e per giunta ti pare una cosa da dire ad una persona che non conosci???
Di solito, quando mi si avvicina questa gente che dice queste stronzate faccio finta di non sentire e mi allontano ma il ragazzo mi pare si meriti una risposta. Così mi giro e gli dico: "tu sei scemo perchè non hai il cervello"
Lui non è minimamente scalfito dalla risposta e tantomeno dallo sguardo indignato e forse pietoso che gli riservo e mi segue al divanetto mentre io voglio solo il mio schifosissimo negroni in santa pace e con la mia cannuccia!
Mi siedo e il mio ragazzo sta mangiando le cose che ha appena preso e il suo negroni strafregandosene della cannuccia è già sceso di metà. Il ragazzo rigato e privo di buon senso si siede accanto a me.
Il mio ragazzo lo guarda e dice: ciao
Lui dice: state insieme?
E lui: prova a indovinare
Mentre con un gesto detestabilissimo da vero uomo che possiede una donna mi mette una mano intorno alla vita e una su una gamba e mi tira verso di lui. Il tizio allora si alza e se ne va a confabulare con i suoi amichetti.
Ora mi chiedo, cosa risulta più fastidioso in questa storia:
1. il ragazzo senza cervello che usa la parola vagina nella sua prima frase con una persona che non conosce
2. il mio ragazzo che silenziosamente dice: questa donna è mia e nessuno me la tocca
3. il cameriere che non sa fare il suo lavoro e oltre a non avermi portato la cannuccia si è anche dimenticato la fetta d'arancia nel negroni
4. io che non so apprezzare nè l'abordaggio nè il gesto del mio ragazzo.

Io, la mia risposta la so, ma pare che non sia più di moda essere come me e a Milano in questa settimana della moda bisogna essere assolutamente alla moda. Pena la morte. Cerebrale, chiaro.

martedì, settembre 26, 2006

MANUELITO E' UN CANE GRADITO

E' ufficiale che la casa verrà definitivamente chiusa il 7 ottobre.
Io ho già una casa nuova da sistemare e sulla quale sto concentrando la maggior parte dei miei sforzi e del mio tempo.
Credo che per ora la maggior parte delle cose le abbiamo sistemate. Resta da capire dove andrà a finire molta della roba che l'americano ci ha lasciato in eredità e molte cose che spero non finsicano nella mia nuova casa. Perchè già la frase: "portiamola da Paolo che lui ha spazio"l'ho sentita troppe volte per i miei gusti.
Resta solo un grosso problema da risolvere. Manuelito. Non sappiamo dove farlo andare, siamo tutti affezionati e nessuno si vuole separare da lui.
Potremmo tentare nell'affidamento congiunto ma stiamo sempre parlando di un cane di legno e non mi sembra il caso di metterci a discutere di week end, periodi, vacanze natalizie e cose simili.
Per cui lo decideremo con un nuovo sondaggio.
Vi prego di tenere conto di questa cosa: Manuelito è stato regalato a me, architetto Paolo, per cui è mio ma io gentilmente lo faccio tenere a tutti e lui altrettanto gentilmente si è sempre dimostrato disponibile con tutti. Insomma decidete voi, anche se io credo che debba restare con me. Capito, con me. Architetto Paolo. Manuelito + architetto Paolo. Decidete.

domenica, settembre 24, 2006

DA PICCOLO VOGLIO FARE LA ROCK STAR

Il Vanza non lo scriverà mai ma lui da piccolo faceva la rock star.
Cantava in un gruppo, era il leader di un movimento molto forte.
Luca rock'n roll, Luca superstar.
Luca era orgoglioso di essere una rock star da piccolo, di essere un leader non ancora adulto.
Poi un giorno ha smesso. Un giorno ha scordato di essere una rock star ed è andato all'università. Il vero circo moderno.
Quando avevamo 18 anni io e il cantante maledetto abbiamo fatto un colloquio per lavorare in estate da Blockbuster.
Chiaro, non ci hanno presi.
Ti fanno compilare un mega curriculum in cui devi raccontare tutta la tua vita. Chi sei, cosa hai fatto, i tuoi parenti, stronzate simili.
Esperienze lavorative passate: rock star.
Al colloquio di gruppo il grande manager degli uomini disse: signor Vanzetti lei scrive che ha fatto la rock star?
E tutti ridono.
Lui dice: si perchè? è un lavoro come un altro. Cosa fa denigra i lavori altrui?
Il manager: no ma capisce che è alquanto insolito.
La rock star: cos'è non ci crede?
Il manager ride e lo tratta da scemo.
Io che stavo seduta in silenzio e che nelle mie passate esperienze lavorative avevo un onorevolissimo, baby sitter quando avrei dovuto scrivere groupie, dico: ma è vero. Ho visto un sacco di suoi concerti.
Il manager che non voleva essere sconfitto dai due ragazzini: di quello che fate con i vostri compagni di oratorio non mi interessa! Qui stiamo parlando di lavoro!
La rock star ormai in piedi: si si va bene, anche la rock star è un lavoro come un altro. Cosa pretende che tra le esperienze lavorative passate scriva regista come questo qui (indicando un tipo seduto accanto)
Il regista: io sono davvero un regista, cosa vuoi idiota?
Il manager: va bene basta è meglio che ve ne andate tutti e due.
La rock star si alza, con vero fare da uomo maledetto abbandona la sala, lancia uno sguardo alla sua groupie preferita e volta le spalle.
La groupie pensa: non ci voglio lavorare in questo posto senza la mia rock star preferita. E si alza.
Il manager che tanto non la voleva assumere blatera: bene bene tre candidati in meno da rimandare a casa.
Quel giorno il Vanza era la rock star più grande. Nei suoi concerti era la rock star più grande. Per tutta la gente che si divertiva ad ascoltare il suo gruppo dovrebbe avere la possibilità di scrivere che lui da piccolo faceva la rock star senza che nessuno gli dica nulla.

giovedì, settembre 21, 2006

A ME IL GRUNGE MI HA SEMPRE UN Pò ANESTETIZZATO IL CERVELLO (cit.)

Il corso per la vita di coppia iniziava martedì alle 21 ma la ragazza con il biglietto dei Pearl Jam in mano saltò la prima lezione.Così allo sbando totale delle sue parole ha deciso di fare un pò di stronzate.

PRIMA STRONZATA DELLA GIORNATA
Mi chiama Francesca, mia compagnuccia di sociologia: oh minchia ho i biglietti per i Pearl Jam a Torino, non posso andare, è tardi per venderli...li regalo a te e ad Ale, ci andate?Giulia: si si va bene chiamo Ale e vediamo.Lo sai che stasera c'è il corso, che potresti imparare un sacco di cose ma te ne strafreghi alla grande e vai al concerto, con un tuo compagno di università e due suoi amici superfan. Per giunta, cosa che il tizio che teneva il corso non avrebbe mai approvato, resti a dormire da Ale. Ragazzo tanto simpatico, per di più occhialuto.Ma la cosa peggiore, che ti farà avere la nota di demerito e mille meno sul registro del corso è che non dici nulla al tuo ragazzo. Bene, brava. A settembre si cambia.

SECONDA STRONZATA DELLA GIORNATA (enorme stronzata)
Ah che figata sto concerto. Quanto è bravo Eddie. Quanto è figo Eddie. Quanto è fantastico questo concerto gratis. Ti vibra il sedere e senti dei suoni vagamente latini provenire dalla tasca. Ah è il telefono.
La ragazza che sta per fare uno dei più grandi errori dell'anno:ooooh che figata sono al concerto dei Pearl Jam!!!!(in uno stato di esaltazione mistica esagerata)
Dall'altro capo del telefono senza fili: dove cazzo sei???
Lei: AL CONCERTO DEI PEARL JAM!!!!!!
Lui: ma con chi sei??? Dove sei????? Che cazzo dici????
Lei ( che finalmente capisce con chi sta parlando): Pao?
Lui: grrrrr, joahfouhfiubvubv9oufb (parole inconsulte)
Lei non seguendo le regole suggerite da chi il corso lo ha seguito prima di lei riattacca.Vibra il sedere per il restante concerto. Si intasa la memoria dei messaggi, perchè intanto mr Uomo latino che non capisce più un cazzo comincia a mandare messaggi su messaggi. Parole che non leggerà mai perchè si autocancellano in modo sinistro.Finisce il concerto. Senza commenti. Grandioso.

TERZA STRONZATA DELLA GIORNATA
Perchè non finisce così. La ragazza, che ha deciso che Eddie è entrato nella top ten degli uomini della sua vita, chiama il ragazzo. Gli racconta la storia dei biglietti e fin qui niente di male. Lui non capisce, sei a Torino??? Io ho una casa a Torino??? Quindi se non me lo hai detto, dove cazzo dormi stasera????
Lei adduce scuse futili del tipo: ora non sei a Torino, torno a Milano, dormo a Milano, no non dormo a Milano, no non dormo a Torino, Torino è una bella città ma non ci dormo, che gran concerto.
Tutto sparato ad una velocità supersonica per intontirlo, ma il suo neurone più sveglio reagisce agli stimoli verbali della ragazza in panico e dice: cazzo idiota, svegliati!! Dorme a casa del tipo!! Muovi il culo!!
Impulsi nervosi, trasmissione al cervello, trasmissione alla bocca che appoggiata al telefono dice: DORMI DA QUELLO??
Lei che ormai non possedeva più il neurone simile a quell'altro, dice: eh si vabbè chiaro.
Lui ormai è in crisi, fa richieste assurde, è ormai in macchina in direzione Torino, dice aspettami ti vengo a prendere, dice aspettami fuori dal concerto, dice non ti muovere.
Intanto il ragazzo che la ospitava gentilmente aspetta appoggiato alla macchina che la battaglia fra chi ha i neuroni più svegli sia conclusa e dice, andiamo?
No caro - dice il neurone spagnolo superpompato verso la vittoria - adesso tu ti stai zitto e non rompi i coglioni! La battaglia la vinco io e tu te ne torni a casa!
L'inadatta alla vita di coppia sale in macchina si fa accompagnare a casa del possessore del neurone sconfitto ed aspetta con lo zainetto in mano in religioso silenzio l'arrivo dei neuroni spagnoli che quando la vedono esultano festanti perchè porcaputtana sono le 4 di mattina e lei è nella sua macchina con lo zainetto in mano, un neurone che grida "vai Eddie cantacene un'altra", uno che dice "dovevi andare a quel cazzo di corso" e l'altro che dice "abbassa lo sguardo e stai in silenzio che ne hai già fatte tante di stronzate".
In macchina segue la litigata che chiunque abbia avuto un rapporto di coppia o simili conosce a memoria. Parole poco interessanti. Io cerco di convincere te, tu cerchi di convincere me. Vince di nuovo il neurone spagnolo che stasera è in formissima e vuole proprio strafare.
Lei ormai sottomessa e cosciente di essere anche un pò stupida (giusto un pò) dedica la giornata successiva al ragazzo, come se poi avesse fatto chissà cosa.
Lui vivrà la giornata con la frase "scampato pericolo" tatuata sulla fronte.
Alla mattina lo abbandona per tornare finalmente a casa.

Nel mentre di tutta questa storia ci sono un architetto e il capo dei pirla che denunciano la scomparsa della ragazza, che lanciano appelli inverosimili e ai quali un neurone della ragazza non aveva voglia di rispondere per farsi prendere per il culo per aver combinato una marea di stronzate in una sola giornata.

lunedì, settembre 18, 2006

LA NOIA DEL LUNEDì SERA

Il lunedì sera fa schifo.
Non si sa mai che fare, hai dato tutta la tua possibile disposizione sociale nel week end, hai fatto tutto quello che dovevi per sentirti una ragazza normale nel week end. Cene, aperitivi, discorsi, sorrisi, baci, strette di mano, bevute. Tutte cose di cui io farei un pò a meno. Ma vabbè.
Poi arriva il lunedì che ancora non ti sei ripresa bene bene dal week end sociale, dalla gente. Devi andare a lavorare, se un lavoro degno di questo nome lo avessi ma vabbè anche qui.
Allora passi il pomeriggio a parlare con il tuo amico Luca che è tanto simpatico ma che alla fine dopo un paio di ore si scazza di star lì, ha fame, litiga con l'architetto e se ne va.
Finisce il lunedì che ti ritrovi alle 21.30 davanti al computer con l'architetto che litiga con la tv. Che guarda l'ennesimo reality, che lo insulta ma dal quale non riesce a staccarsi.
A cena l'architetto ha detto: Giulia è lunedì. (con aria sconsolata)
Giulia ha detto: eh
L'architetto ha risposto: eh, allora o ci ubriachiamo in due o ci annoiamo come sempre. (non ci credeva nemmeno lui, desiderando di andare a dormire alle 21.35)
Giulia comunque ha detto: vabbè tira fuori il vinello dell'Umberto (vino fatto in casa dell'amico di mio padre)
L'architetto allora procede al ritrovamento della bottiglia, la mette sul tavolo e la apre.Dice, mentre cerca i bicchieri: no beviamo a canna che fa più giovane disadattato.
Giulia (la vera disadattata): mah come vuoi.
L'architetto beve. Uno, due. tre sorsi. Poi chiede: secondo te quanto ci vuole per sentirsi ubriachi?
Giulia che dovrebbe essere esperta risponde: non lo so.
Poi prende la bottiglia e beve. Uno, due, tre sorsi.
Dice: secondo te quando tempo ci vuole per vomitare questo schifosissimo vino che tra l'altro non ci avrà reso neanche lontanamente ubriachi?
E l'architetto: forse abbiamo sbagliato bottiglia è lì da un sacco di tempo (ah no, veramente ha detto un cifro di tempo essendosi calato nella parte del giovane)
Giulia: va bene Paolo, di fare i giovini a tutti i costi non ci riesce, bisognerà che si trovi una soluzione, arrendiamoci siamo vecchi dentro.
L'architetto: cannetta?
Giulia: copertina e tv?
L'architetto (festante dentro): ogni sforzo è vano, tu neanche fumi, occorre che ti segni nella lista delle cose da imparare questa roba: corso pratico di introduzione alla vita giovane.
E la ragazza con la coperta già addosso: lo segno prima o dopo del corso di introduzione alla vita moderna?
Il giovane vecchio dentro: tra il corso di introduzione alla vita di coppia e il corso di introduzione alla femminilità.
La ragazza che scrive: tu dove lo segni?
Il giovane ormai vecchio: io non lo segno, ormai non posso essere più giovane dentro. Sono irrecuperabile. Adesso scegli: giovani belli e ricchi o Valeria Marini?
La ragazza: nessuno dei due.
Il professionista: verrai bocciata al corso, la risposta era giovani belli e ricchi. Mi sa che il corso lo faccio io e tu mi aspetti fuori ricordandomi che essere giovani non è poi sta gran figata che ti vogliono far credere.
Lei: hai detto figata, il corso è già iniziato.

domenica, settembre 17, 2006

NON CAPISCI CHE FORSE PIOVE?

Andiamo a Como da amici di Tyler, amici che ha conosciuto in Spagna, amici che ha seguito in Italia, amici che non si sognano di venire a Milano.
Questi ragazzi stanno sempre in un grande prato e ci passano serate, pomeriggi e intere giornate. Ci dormono anche, a volte. Festa nei boschi. Così ci andiamo anche noi, perchè Tyler parte domenica mattina. Il programma è piantare la tenda, dormire, magiare lì, ubriacarsi a più non posso, resistere al desiderio di uccidere i tizi che suonano i bonghi 24 ore su 24.Io e Paolo partiamo venerdì mattina. Meno di un'ora e siamo lì. Nel pantano, nella palude, nel diluvio. Cerchiamo un modo per piantare la tenda senza annegare ma meno di due minuti e la tenda è bagnatissima dentro. Ma l'acqua non passa e ce n'è solo un pò sul pavimento. Il mega programma del fuoco, della festa, della gente che veniva a suonare se n'è andato ancora prima di essere messo a punto. Pomeriggio il cielo si rischiara, viene l'arcobaleno, due per la precisione e siamo tutti più contenti. Si beve, si mangia e si cerca di resistere al desiderio omicida. Paolo, avvicinandosi con gli occhialini a uno dei due suonatori dice: ma ragazzi, non vi fanno male le mani? Non andate mai in bagno? Non mangiate mai? Non bevete mai? Non la smettete mai di rompere i coglioni?
E loro: ma te ne vai?
Paolo sconfitto, anche un pò impaurito si allontana.
E' sera e arriva il Vanza. Controlla la tenda, la sistema un pò meglio e alle 8 circa ricomincia l'acquazzone. Andiamo in un locale, basta. Va bene, tanto se l'obiettivo inutile è la sbronza la si può fare ovunque. Locale super metal, pieno di gente super metal, tutta nera. Paolo è intimorito all'ennesima potenza. Tempo due birre e passerà tutto. Tempo non so che ore erano e si torna all'accampamento. Io, il Vanza e Paolo ci mettiamo a dormire nella tenda di mio fratello. Il tetto della tenda è strapieno di acqua che dovrebbe scivolare ai lati e invece si ferma lì, formando un lago artificiale sopra che tempo tre minuti si sfonda. Il momento in cui il Vanza tenta di entrare dentro per far scivolare l'acqua ai lati. Siamo fradici e ubriachi. Solo la nostra tenda ha questo piccolo problema. Le altre ben montate e perfettamente pendenti fanno scivolare l'acqua che è un piacere.L'unica cosa da fare è dormire nel pandino. Gli zaini nella tenda, sono fradici, il cibo nella tenda è fradicio, tutto ciò che era nella tenda è fradicio. Anche noi che mentre tentiamo di capire come risolvere la situazione tenda siamo su un prato al centro del diluvio.
Dentro la macchina puzziamo di pioggia, siamo umidi e soprattutto siamo in tre in un pandino.
Mi becco il sedile dietro. Solo perchè sono più ubriaca di tutti e più bagnata e non mi reggo quasi in piedi. Il Vanza e Paolo dormono nei reclinabilissimi sedili.
Mi avvolgo nel sacco a pelo, umido ovvio e penso: porcaputtana ma chi me l'ha fatto fare di venire in questo prato di merda!Poi mi sento in colpa perchè anche se non mi ci stanno le gambe perchè il sedile è corto mi sento che sto molto meglio di Paolo. Poi gli dico: domani ci dormi tu qui dietro.
E lui: domani me ne torno a casa!
Prime luci del mattino e dopo l'ennesima contorsione dell'architetto ci alziamo. Paolo discute ancora con i suonatori che lo vogliono ormai fare a pezzi. Il Vanza modello capo indiano fuma sotto ad un albero. Faceva un'impressione, tutto coperto da sacchi della spazzatura tagliati e assemblati per creare una specie di tuta contro la pioggia.
E' mattina e non piove più. Gli altri sono tutti rilassati quando escono dalle loro tende. Belli asciutti, con il loro sacco a pelo non umido e la loro tenda inclinata.
Mi faccio una doccia a casa di un tizio. La doccia più veloce della mia vita.
"Eh no sai la porta non si chiude perchè è rotta, se vuoi te la tengo io". Ma per carità. Il Vanza come sempre nei momenti di bisogno non c'è mai.
Tornata alle tende, cerchiamo di convincere l'architetto a non andare a casa e basta uno sguardo dell'american per farlo desistere. Minaccia l'architetto: va bene resto, ma per stanotte si deve trovare una soluzione!
La soluzione è una nuova tenda di un ragazzo che ce la presta e coperte asciutte.
La soluzione non convince l'architetto ma si arrende.
Minaccia di nuovo: resto ma quei due con i bonghi la devono smettere!
I due sempre più incazzati non rispondo ma confabulano insulti tra di loro. Pomeriggio si monta la tenda.
Si va un pò in giro, si parla serenamente. Sembra di stare ad un festival solo senza musica, che sembra strano da dire ma sembrava così. Le tende, la gente, lo scazzo pomeridiano, i cani (che ci sono ovunque), i bonghi. Mancava il gruppo che suonava che forse per nostra fortuna non c'era.
Alla sera si va in un vecchio capannone. Qui c'è il gruppo che suona.
Ah non l'ho detto ma ho la febbre. E la bella idea è quella di prendere un'aspirina con una non meglio identificata bevanda alcolica. Sto di un male che non si può immaginare. Vomitino alla grande, tosse, giramenti, momenti di buio totale. Mi spiace non poter raccontare della festa nel capannone che pare essere stata molto divertente ma stavo male sul serio.
Siamo tornati alla tenda più asciutta di quella di ieri. Altro non mi ricordo. Stamattina mi ritrovo nel mio sacco a pelo per fortuna meno umido ma insomma sempre umido. L'architetto che impreca contro qualcosa non meglio precisato, il Vanza che carica la panda con la roba di Tyler e l'american che saluta un pò di gente. Siamo in cinque sulla panda, piena di bagagli, piena di gente che puzza perchè si è bagnata per due giorni. E la puzza di cadavere che prendono gli zaini da campeggio pieni quando si bagnano non la si può descrivere.
Io, Paolo, Luca, John e Tyler in direzione aeroporto di Malpensa. Io sono conciata in modo indecente che sono solo contenta di essermi dimenticata la macchina fotografica. Non mi reggo quasi in piedi ma voglio salutare l'american all'aeroporto come non ho fatto con Carlo.
Saluti e baci al neo messicano. Che sembra solo spaventato mentre prende l'aereo, mentre passa l'ultima zona in cui lo possiamo vedere, mentre trascina il bagaglio e gli scende una lacrima che non ho visto solo io nonostante io ormai avessi gli occhi pieni come il diluvio che abbiamo preso in questi giorni.

venerdì, settembre 15, 2006

L'ARCHITETTO AMA PROFONDAMENTE IL CAMPEGGIO

Eccoci qui. Io e l'architetto siamo pronti per partire. Direzione un prato vicino al lago di Como. Si saluta in festa l'americano che parte. Qui, ore 7.20 diluvia alla grande e l'architetto è già in menata. Ci siamo attrezzati con le migliori cose che siamo riusciti a trovare per questi due miseri giorni di campeggio selvaggio. La panda straripa.
Ora non riusciamo a capire bene una cosa: che cazzo ci siamo svegliati a fare alle 6.30 di mattina, visto che per arrivare a Como ci mettiamo un'ora e visto che poi son dieci minuti che ci guardiamo negli occhi dicendo: e adesso?

martedì, settembre 12, 2006

ANCHE IO CI CREDO

PRIMO MIRACOLO DELLA GIORNATA
I tuoi genitori ti telefonano per dirti come vanno le loro vacanze di settembre. Parlano ma tu ascolti distrattamente. Poi quando riattacchi rimani con mille parole in gola. Potevi dirgli questo, quello, quest'altro. Per una volta che stavano ad ascoltare. Ma stavi facendo altro, non eri concentrata, oppure troppo sconcertata dall'inattesa chiamata.
SECONDO MIRACOLO DELLA GIORNATA
Vai a fare la spesa. Ti buttano fuori prima dal lavoro, ti ritrovi a casa senza cibo e da sola. I supermercati ti distruggo. Non solo fisicamente, psicologicamente anche. La musica più terribile sparata a mille, mille bambini, mille persone da sole. Alla cassa il momento peggiore. Sei uscita indenne dalla sezione surgelati, dalla sezione merendine, dalla sezione igene personale, non hai riportato ferite gravi, hai il carrello pieno, no aspetta non il carrello, il cestino, il carrello non te lo puoi permettere. Vai alla cassa prioritaria. Conti le cose e merda sono 11. Devi decidere: rinunci alle zucchine o ai pomodori? Via i pomodori. Riguardi il cestino e ti rendi conto di non aver fatto la spesa ma di aver comprato solo delle cose inutili. Torni indietro e cominci a comprare roba vera. Ritorni alla cassa. Ora hai il carrello. Davanti a te un ragazzetto pseudo punk con metà capelli fucsia. Le scarpe con le stringhe fucsia, la maglietta fucsia, la cintura fucsia, probabile anche il cervello fucsia. Si gira, ti sorride e vorresti solo dirgli: il fucsia fa schifo, idiota. Ma ti sorride e chiede pietà in silenzio. Allora silenzio è il secondo miracolo della giornata, fino alla fine deve essere pulito. Pace e amore. In fondo è un miracolo.
TERZO MIRACOLO DELLA GIORNATA
Il forno non è solo il contenitore oscuro delle pentole. Cucini, perchè sai cucinare. E' solo che molto spesso non ne hai voglia, tutto qui. Li vuoi i tre miracoli della giornata? E allora taglia, lava e cuoci le zucchine. Cuoci non annega le zucchine. Hai messo troppa acqua e ora le devi scolare. E' una poltiglia verde ma ha un buon odore. Tagli il formaggio, prendi una teglia, stendi la sfoglia, metti dentro le zucchine e il formaggio, metti in forno, aspetta 30 minuti. Ok, ora puoi mangiare.
QUARTO MIRACOLO DELLA GIORNATA
Oggi hai proprio voluto stafare. E' la giornata delle cose che non fai mai, delle cose che non vuoi o che non hai mai voglia di fare. Chiami il tuo ragazzo e lo inviti a mangiare la torta di zucchine. Lui è sconcertato da tanta iniziativa che quasi decide di dire di no e di tornare ad essere lo stronzo che è sempre stato. Ma tu non lo sai, ma questo è il suo primo miracolo della giornata e deve farlo finire bene e quindi dice di si. Trenta minuti ed è lì.
QUINTO MIRACOLO DELLA GIORNATA
Non c'è. Cazzo parli di miracoli tu che sei atea?

domenica, settembre 10, 2006

NON HAI IDEA DI QUANTO MI SIA DIVERTITA

Ieri sera sono uscita con una mia amica. La conosco da molto ma non ci vediamo molto spesso. Vite con orari diversi e soprattutto interessi diversi.
La mia amica è stata in Grecia a fare la guida per 3 mesi. E' partita con il suo ragazzo romano ed è tornata senza. Allora usciamo e lei ovvio comincia a riempire la serata dei soliti aneddoti vacanzieri che io mal sopporto. Cose che, come già dissi, sembrano molto divertenti ma che raccontate a chi non le ha vissute fan solo venir noia.
Primo rhum e coca.
Allora Giulia, io con Samy stavo bene. (il suo ex, tale Samuele abbassato al livello di un Samy qualunque. Qualcuno l'avrà pensato come cazzo ha fatto a reggerla il povero Samy per tutti questi mesi. Dio santo, Samy ma come si fa? Samy?? Semplicemente terribile). Ci stavo bene con Samy ma lui era diventato un pò pesante su alcune cose ( tipo che lo chiamavi Samy e lui ti ha chiesto mille volte di finirla??). Era noioso, sempre a parlare delle sue cose, dell'università, del lavoro (e di che cavolo ti doveva parlare sto poveretto).
Mi chiedo (ad alta voce): "ma perchè siete partiti insieme per la Grecia per 3 mesi se già non lo sopportavi?"
E lei: "perchè in Grecia si incontrano un sacco di persone". Mi sfugge comunque il senso, potevi mollarlo prima e andarci da sola. Il discorso è infarcito di aneddoti sugli ultimi giorni di vita greca del povero Samy, tornato cornuto e mazziato a Roma a metà luglio.
Secondo rhum e coca.
Da quando è partito, una liberazione Giulia, non puoi capire, dieci anni di meno mi sono sentita addosso. (quindi 14? Mah) Ho incontrato un tipo pazzesco di Pescara in vacanza. Stava lì per una settimana e ci siamo divertiti un sacco. Poi ho incontrato un tipo di Milano, magari domani lo chiamo. Poi è arrivato un tizio di Torino con la sua tipa ma hanno litigato e lei è andata via prima. Mi sono proprio divertita.
Prima birra media chiara. (offerta, giuro non l'ho ordinata io)
E poi la mia capa non era proprio contenta che tra il personale dell'albergo e i clienti ci fossero, diciamo dei rapporti e abbiamo litigato e per questo mi ha mandato a casa prima, che io dovevo tornare a fine settembre. Ma sono contenta perchè domani rivedo il tipo di Torino. Vuoi venire anche tu?
Io (ormai ubriaca): eh?
Lei: si dai vieni a Torino (mentre quasi saltella dalla gioia), dai dai che ci divertiamo
Io: eh?
Ultimo rhum e coca, il suo secondo che con tutto questo parlare non aveva finito (giuro)
Dai andiamo a casa, domani ti passo a prendere verso le 2 e andiamo a Torino, yuuuuh.
Oh-mio-dio. Che palle!
Allora gli faccio: guarda, devo studiare non ce la faccio a venire a Torino.
E lei: ah ma stai con qualcuno?
E io: si si si, certo è vero io sto con qualcuno per questo non posso venire, è vero, non posso proprio (EEEEEEHHHHH (urla di giubilo) ho la scusa giusta per sganciarmi)
E lei: ah vabbè se stai con qualcuno allora no, non ne facciamo niente.
Eh no, meglio di no.
E lei: ma chi è?
E io (un pò impaurita): P..a..o
E lei: ah non lo conosco
E io: oddio grazie, meno male (credo ad alta voce ma non sono sicura, ero un pò ubriaca)
Allora ciao Giulia, mi raccomando fatti sentire, magari usciamo ancora e ti presento qualcuno se vuoi.
E io: ceeeeerto come no.


Nota personalizzata per il Vanza: ti prego trattieniti visto che la conosci e che sicuramente non c'è bisogno che ti dico di chi sto parlando.

venerdì, settembre 08, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE

Non cito parole ma immagini viste poco tempo fa, a Londra. Foto che mi ha spedito Giulia e che io trovo bellissime.






giovedì, settembre 07, 2006

NUOVO SONDAGGIO

Nuovo sondaggio miei cari 4 utenti fissi di questo blog.
Il blog deve chiudere?
Importante questione, credo. Dopo il divorzio che abbiamo constatato nel precendete sondaggio essere motivo di dispiacere per molti, vi si chiede se sia giusto tenere aperto questo spazio.
Se sia giusto tenere aperto il nostro blog che si chiama 5coinquilini, quando coinquilini non lo saremo più.
Fate voi.
Lasciate commenti se ne avete o pareri in merito. Anche quelli che non scrivono mai nei commenti, sono pregati di dare almeno un voto.

L'ultima frase è dell'ansioso architetto che mi sta dietro sul coppino modello avvoltoio sul cadavere. Ovvio che l'ultima opzione l'ha messa lui. In cambio domani mi rifà il letto e mi stira le magliette.

martedì, settembre 05, 2006

GREASE LIGHTNING

Ieri sera torno a casa alle 8 passate. Primo giorno di lavoro, orrendo direi.
Sono distrutta, l'unica prospettiva decente per la serata è di infilarmi nel letto il prima possibile e di svegliarmi il più tardi possibile.
Entro in camera e c'è Sara con il suo ragazzo che svuotano l'armadio, impilano libri, tolgono cose. Sara dice (vedendo la mia faccia): Giulia se sei stanca ti conviene dormire da Paolo perchè ne abbiamo ancora per un pò.
Va bene, faccio io.
Raggiungo l'architetto in cucina che sembra stia affrontando il grande dilemma della giornata. Cosa mangiamo? Frigo vuoto come sempre. C'è solo della roba di Tyler che però anche questa sera è dato per disperso. Ah, informazione a margine, l'american parte il 17. Mi chiedo: chissà se lo vedremo prima che parte? Ma soprattutto, dove cazzo sta tutto il giorno?
Eh vabbè non si può saper tutto nella vita.
La tv in soggiorno alle 21 circa ci salva la serata. La sigla di Grease.
Oh mio dio, Grease!
Io adoro questo film. Lo guardo una volta all'anno. Se non lo fanno in tv o se lo perdo, guardo la cassetta.
Paolo anche lui è adoratore supremo di questo film, non come me che impazzisco per ogni canzone ma più o meno. Allora dice: portiamo la tv in camera e ordiniamo la pizza.
Ma si! Ma grande architetto!
Tv in camera e pizza ordinata dall'egiziano all'angolo.
Ah come mi sento bene, mi sembra pure che mi sia passata la stanchezza di prima.
Anche se appena finisce il film, neanche il tempo di riportare i piatti in cucina che sono già morta dentro il letto che non esiste di Carlo.
Risparmio i dettagli sui balletti dell'architetto e sulle sue lunghe prove canore.
Però, quanto tempo era che non si rideva così?
W John!

domenica, settembre 03, 2006

VANZA, MA TU DOVE SEI?

Ieri sera cena dai miei.
La giornata ha visto consumarsi uno dei sacri riti della mia famiglia: la preparazione della salsa.
Il tutto si conclude sempre con una supercena a base di carne alla griglia, cotta sul camino nel giardino.
Arrivo con il treno alla stazione verso le 7. Mio fratello mi viene a prendere e la cosa peggiore è che a lui l'hanno tormentato tutto il giorno. Forse la cosa peggiore è che alla cena ci sarà anche il mio ragazzo (va bene, l'ho detto, IL MIO RAGAZZO) e la sua famiglia. Invitati perchè amici dei miei, non per altri motivi. Ma forse la cosa peggiore è che ci saranno anche i genitori di Carlo.
Io penso che passerò la serata a star lontano dal mio ragazzo e a star vicino al Vanza.
Invece, sono le 23.30 e il Vanza ancora non si vede.
Chiedo alla madre: ma Luca non viene?
Lo sai te cosa ha nella testa quel ragazzo? Dice lei.
Ok non viene.
Mentre ognuno sceglieva un posto, cerco di scegliere il posto più lontano dal mio ragazzo così che nessuno capisca che lui è il mio ragazzo.
Mio padre dice: ma sei scema? Perchè non ti siedi vicino a lui?
EH? Dico io.
Fai come vuoi, però sei strana forte. Dice mio padre.
Mi chiedo in realtà, diverse volte durante la serata, come non sia riuscita a trovare una scusa decente per non venire alla cena.
Mia madre era più o meno ubriaca verso mezzanotte e straparlava di vacanze in Finlandia con la sua migliore amica. Più ubriaca di lei. Mentre sua figlia continuava a dirgli: basta mamma. Dai non ridere. Dai perfavore.La tentazione di dire queste cose anche a mia madre è forte. Soprattutto dopo che lei e la sua amica hanno inforcato una vecchia scopa girando per il giardino. Mah. Faccio finta di non vedere.
Intanto il mio ragazzo viene attaccato da mio cugino e senza neanche accorgersene si ritrova con in braccio una bambina di 3 mesi. Non so chi dei due si sarebbe messo a piangere prima se mia zia, ovvero la nonna, non fosse intervenuta per recuperare la povera bimba che si era ritrovata nelle sue mani.
Le bambine a cui mia madre fa da baby sitter, intanto, si sono scatenate. La più piccola che solo poche ora prima era ricoperta di pomodori frantumati sembra non placarsi davanti a niente.
Verso le 11 subisco l'attacco dei genitori di Carlo. Giulia, vieni raccontaci di Carlo, come sta? Come l'hai trovato? Sta bene?
Ad ogni domanda rispondo di si. Qualunque sia.
La madre dice: ma sta ancora in quella vecchia casa? Dorme ancora per terra?
Oddio ma da quanto tempo quel deficiente non chiama a casa sua?
Dico. No ha cambiato casa.
Faccia perplessa della madre.
Ma da poco. Aggiungo con tono rassicurante.
Aaaah. Fa lei.
Alle 2 sono ancora tutti lì e nessuno sembra intenzionato a mollare il colpo, dopo che l'ennesima grappa alle pigne viene sacrificata al banchetto. I miei genitori e i miei zii hanno passato l'estate a raccogliere pigne per fare la grappa. Pigne ed erbe particolari che si trovano solo in certi punti e solo a certe altezze. Grappe preparate solo in funzione di occasioni come queste. Grappe che quindi stasera scorrono a fiumi.
Alle 3 sono distrutta. Voglio dormire ma devo aspettare i miei per andare a casa. Il mio ragazzo insiste affinchè si dorma a casa mia. Non mi piace dormire a casa mia ultimamente, sento l'aria pesante. Ogni occasione per dormire fuori la accetto volentieri, anzi mi sa che le cercherò sempre di più.
Consapevole dell'eccellente comportamento tenuto dal mio ragazzo e dal fatto che in fondo voglio passare del tempo con lui, senza che nessuno continui a guardarci e dopo aver passato un'intera serata a far finta quasi di non conoscerci , cosa difficilissima per il mio ragazzo, andiamo a casa mia.
La strada verso Milano a quest'ora è deserta. Un pò di macchine che vanno via da Milano, la statale 36 con macchine che scorrono solo in direzione opposta alla nostra.

Mi chiedo, perchè non ho voglia di contarle, quante volte ho scritto il mio ragazzo in questo post?

sabato, settembre 02, 2006

USA, NON VI HO MAI DIMENTICATI


Pare che gli americani abbiano poche passioni nella vita. Tutte cose stereotipate che non mi metto ad elencare.
Ieri mattina, in soggiorno: la tragedia.
La nazionale di basket americana perde con disonore, ai campionati del mondo, contro la nazionale greca.
Cioè, i greci?
Non ero assolutamente a conoscenza del fatto che i greci (mio dio, i greci) sapessero giocare a basket. E a quanto ho capito bene anche. Tyler e John sono disperati. Continuano a gridare insulti ed incitamenti mentre la loro nazionale affonda in malo modo. Gridano parole in inglese con il loro orrendo accento, con le parole mangiate e mai risputate. Non si capisce niente e forse credo sia meglio così.
Ecco cosa vuol dire essere americani. Mettersi quasi a piangere all'ennesimo tiro libero sbagliato. All'ennesimo fallo fatto per nervosismo.A me viene solo in mente che l'allenatore americano assomiglia in modo impressionante a Jim Walsh, il papà di Brandon di Beverly Hills. Solo ha più capelli. Dico questa cosa un paio di volte e vengo zittita in malo modo dai due tifosi. Me ne vado lanciando l'ultima battuta: "comunque è uguale!"
Tyler per tutto il giorno ha avuto un pessimo umore e ieri sera durante l'aperitivo non ha fatto altro che dire, come abbiamo fatto a perdere, non è possibile, bla bla bla. L'architetto aveva le mie stesse perplessità circa la bravura dei greci. E anche lui continuava a chidersi, i greci?
Poi Tyler se ne esce dicendo: in fondo, voglio tornare a stare un pò negli Stati Uniti.
E l'architetto: in fondo li hai sempre odiati.
E Tyler: come abbiamo potuto perdere contro i greci?
Silenzio.
Fine.

Sopra, in foto, il tipico giocatore di basket greco. Tale Sofoklis Schortsianitis. Enorme.

venerdì, settembre 01, 2006

ECCOMI, SONO TORNATO

Torni se non va via.
Disse il dottore.
Giulia, hai dei segni dietro la schiena.
Disse il ragazzo.
Porca miseria starò per morire.
Disse l'ipocondriaca.

La mia dermatite, alla quale mi sono anche affezzionata, ha deciso di non andarsene ma di colonizzare un'altra parte del mio corpo. Si sta così bene. Si sarà detta. Perchè far finire le vacanze con settembre. Avrà pensato.
Mentre questa notte Tom Yorke vomitava il suo nuovo disco dal mio stereo, il mio ragazzo dall'abbronzatura perfetta mi faceva notare quanto non sia corretto non farsi curare in questo modo.
E' solo una dermatite. Dico io.
Segni rosa scuro sulla pelle.
E' solo l'ennesima malattia che non vuoi curarti. Dice lui. Mentre la sua pelle sembra risplendere.
Cazzo ne sai tu. Uomo sano che non sei altro.
Quale ennesima malattia?
Inutile dire che Tom ha finito di lamentarsi, il ragazzo delicato e sensibile dorme e io non faccio altro che pensare che ci voleva questo idiota per dirmi che avevo dei segni anche dietro la schiena. Ma vaffanculo.