5coinquilini

sabato, luglio 29, 2006

BACI BACI

Vado a Torino fino a lunedì.
Speriamo il caldo ci dia un pò di tregua. Dovrei passare un week end in qualche posto fresco o trovarmi un ragazzo che abita al mare. Mi pare sia troppo tardi ora. Allora vado in un'altra città che è un forno uguale a Milano. Però c'è il fiume, speriamo non sia troppo secco.
E le cascate annunciano la loro chiusura estiva, vanno in ferie anche loro.
Baci dalle mie labbra a tutti. Ciao

giovedì, luglio 27, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 16

Cito il mio pomeriggio passato a casa con Giulia.
"Luca secondo te quanti gradi ci sono oggi?"
Se me lo dici mentre stai stirando capisci da sola che la risposta è contaminata dai gradi che quel cazzo di ferro da stiro arcobaleno sta buttando fuori ridendo di noi.
"Luca scegli un cd"
Scegliere o avere la possibilità di farlo è una gran cosa ma se appena tocco un cd tu dici, no quello no l'ho già ascoltato stamattina, no quello no fa schifo, no quello no non mi piace, no quello no non è mio, no quello no...capisci da sola che il concetto di scelta è contaminato da tutti i no che sei riuscita a pronunciare in tre minuti.
Sono a torso nudo sul divano più caldo del mondo con Giulia che stira di fronte a me, sono sudato, ho caldo, ho sete, ho fame, ho sonno, alla tv un orribile telefilm europeo con adulti che si fingono ragazzini ballerini e che ballano mezzi nudi. Ma non sudano. Sto per addormentarmi ma mi risveglio sempre più sudato dopo pochi minuti. Esiste qualcosa di più schifoso di un succo alla carota? Apro la bottiglia e viene fuori un odore di fieno nauseante. Bevo acqua di rubinetto. "Giulia usciamo?""Devo finire di stirare puoi cambiare cd se vuoi" Trovo estremamente pericoloso stirare a piedi nudi. E' realmente pericoloso? "Fa caldo""Ho capito ma se ci resti fulminata poi vedrai che caldo che ti senti addosso".
Trovo estremamente pericoloso anche stirare in canottiera e calzoncini con un'americano arrapato che gira per casa. Ma la ragazza con il ferro è assolutamente incosapevole di tutte queste cose. Trovo della birra cinese nella stanza dell'architetto. "Sarà ancora buona?""Dipende quand'è il capodanno cinese perchè mi sa che Paolo l'ha presa lì""Mah" Stappo, bevo, scivola veloce fino in fondo e fa schifo come qualsiasi birra cinese, scaduta o meno. Fortuna che Giulia non stira le mutande come mia madre e spegne quell'oggetto infernale. Inutile. Cazzo ce ne frega di andare in giro con i vestiti piegati, andassimo tutti in giro stropicciati non ci sarebbero problemi e risparmieremo un sacco di cose. Ora deve mettere a posto tutte le cose. Mi assopisco di nuovo davanti alla tv.
Poi mi alzo vado in camera sua e vedo uno scatolone. Di già? Già ci sono gli scatoloni. Penso che non posso comprendere fino in fondo quanto faccia male quello che sta passando, la sensazione di lacerazione che si prova. Gli sforzi che ci mette per non farlo pesare a nessuno. La paura che si deve sentire addosso in un momento come questo. Apro lo scatolone ma è di Sara e lascio perdere. Vedo una foto che non avevo mai notato, sulla scrivania. Io, Carlo e Giulia forse a Natale o una cosa simile perchè davanti abbiamo il tronchetto di natale di cioccolato. Carlo in mezzo con le braccia intorno al mio e al collo di Giulia. Vorrei piangere. Sul serio. Torno in soggiorno. "Dove l'hai presa questa?"" Me l'ha data mio padre, assurda vero?""allucinante". Ci sono io da bambino con lo sguardo nel vuoto, Carlo felice come non me lo ricordavo e Giulia con l'espressione che aveva sempre da bambina. I capelli biondi che ora sono castani e la mia tuta di snoopy. Adoravo snoopy. Non si capisce dove siamo, quando, chi ha scattato la foto. Mi fa male questa foto e la penserò tutto il giorno. Mi chiedo se quando è stata fatta riuscivamo solo ad immaginare quello che sarebbe successo. Giulia che a 19 anni e se ne va via per tre mesi, mio padre che se ne va per sempre, Giulia che torna e va a vivere con Carlo, Carlo che 4 anni dopo se ne va anche lui a Londra. E adesso che ognuno se ne va per la sua strada. Mi chiedo quando sarà il prossimo natale, quando potremmo fare di nuovo la foto davanti al tronchetto o quando potrò indossare di nuovo la tuta di snoopy. Credo mai. Resto in silenzio fino a quando Giulia dice "dovresti tagliarti i capelli" "Credo anche io" Rispondo mentre cerco di assumere una posizione umana. Giulia mi taglia i capelli. E' una cosa strana farsi tagliare i capelli da qualcuno che conosci, in realtà è strano farseli tagliare da lei. Mi sembra di essermi tolto un maglione pesantissimo. La macchinetta sulla testa e i capelli che se ne vanno mi regalano fresco. Soprattutto perchè Giulia non sa tagliare i capelli e non riesce a non farmi avere l'aspetto di un deportato e allora taglia sempre più corto per pareggiare. Praticamente ora sono pelato. "Si rinforzeranno un casino". Cosa ne sa poi Giulia di queste cose che è andata dal parrucchiere solo per il matrimonio di suo cugino e per la festa di 25 anni di matrimonio dei suoi. Ha gli stessi capelli di quando aveva 10 anni. L'unica ragazza che non si è mai messa delle schifezze colorate sui capelli, che non ha la minima idea di cosa sia un taglio scalato o una frangetta, che detesta andare da un parrucchiere e farsi prestare attenzione da gente sconosciuta. E questa ragazza che non ha mai visto un parrucchiere tagliare dei capelli sta affondando una macchinetta infernale sul mio cranio. Alla fine non è venuto neanche male. Piace anche alla mia ragazza che si è stranita quando gli ho detto che me li aveva tagliati Giulia. "Non sapevo facesse la parrucchiera""Non sapevo che oggi fosse la serata faccio la stronza su tutto".

Nota a margine: sto leggendo un libro della Santacroce, non me la sento di citarlo. Non ho ancora capito se mi fa cagare o vomitare, quando lo capisco magari metto un pezzo.

Doppia nota a margine: lo so che ti incazzerai quando leggerai.

lunedì, luglio 24, 2006

L'OROLOGIO GIRA SEMPRE


Venerdì esco presto dal lavoro e vado a Como.Ridente cittadina con lago e vippaggine varia annessa. A Como vive Laura, una delle mie poche amiche femmine, mia ex compagna di università.Ormai arrivo che è tardi e c'è giusto il tempo di mangiare insieme. Laura beve una quantità esagerata di birra. Ma tantissima. Con una pizza: due medie più metà della mia. Poi il suo ragazzo (bevitore accanito pure lui) e un suo amico ci raggiungono e con le vespe andiamo in un mini paese sul lago. C'è un concerto di un tizio sconosciuto che fa una specie di blues con un dj e un batterista molto molto vecchio. Avessero annegato il dj nel lago sarebbe stato meglio. Laura mi ha fatto portare lo zainetto e dentro ho numero 3 birre Moretti. Cominica anche a venire qualche goccia di pioggia ma se ne va via subito. Il concerto finisce e dopo inutili discorsi dei vari assessori e gente varia andiamo a bere l'ennesima birra. Una litro in 4. Le mie Moretti nello zaino sono scomparse in tre secondi, la litro pure. Prendiamo le vespe e torniamo verso Como città. Bello il lago, e il paese del concerto arroccato con tutti questi vicoli assurdi strettissimi e con le luci rosse. Parchetto e ariecco spuntare le birre dallo zaino del ragazzo di Laura. Ma non bevi niente tu? Mah insomma proprio niente niente non mi sembra. Casa ore 4. Sveglia ore 12.00, treno ore 13.00. Tutto per tornare a casa presto perchè l'ex l'ex si deve presentare ore 17.00. Quando arriva sono un pò stanca ma sono tornata apposta per vederlo. Lasciamo perdere che ho dei crampi allo stomaco pazzeschi dovuti all'eccessiva quantità di birra bevuta. Mangiamo. Il caro "vengo da Torino solo per te" sviene sul divano ore 22.00 per rialzarsi ore 24.00 e dirigersi al letto. Ore 2.00 arriva Mr America con annessa compagna della serata. E' il suo mese di divertimento e più o meno funziona così tutte le sere.Domenica ho un sonno esagerato. Ore 14.00 arriva un mio compagno di università con cui devo fare un lavoro e non ho assolutamente voglia di starlo a sentire. Parla, parla per ore (da solo). Spiega, dice, comanda, propone. Io biascico soltanto il classico mnh mnh per dare assenso a quello che dice ma niente di più. Poi scassa perchè vuole uscire e io non ho assolutamente voglia perchè nel frattempo il neo torinese si è ripreso e vuole uscire pure lui. Invito i due a uscire insieme ma ricevo occhiate strane dal piemontese acquisito. E allora va bene, usciamo e ci portiamo dietro pure Tyler. Io vorrei solo stare a casa a riposarmi. E' vita sociale e bisogna farla, a volte pesa più del lavoro. Eh hai visto quello, hai sentito quell'altro, cosa ne pensi di quello e di quell'altro, ha chiamato questo, sai di quella, mi han detto questo... Ore 1.30 vi prego voglio andare a casa!! Si si va bene andiamo. Riaccompagniamo il mio compagno di università, mi metto a dormire. Alle 6.30 mr Torino deve andare che deve essere a casa alle 9.30. Mi sveglio e vorrei tanto riaddormentarmi ma mi sa che non ce la faccio perchè giusto fra 3 minuti devo essere in ufficio.

giovedì, luglio 20, 2006

LOST IN TRANSLATION

FOTO 1FOTO 2


-Tyler vai a fare un pò di spesa, c'è il biglietto sul tavolo in cucina, ok?
- ok ok
Forse perchè è straniero, forse perchè non sa leggere bene, forse perchè gli si è addormentato il cervello ma non ha comprato niente di quello che c'era sulla lista. Foto 1 lista. Foto 2 spesa. Si capisce che mr America ha perso qualche passaggio nella traduzione del biglietto?
Alla foto 2 manca un'intera cassa di Moretti.

mercoledì, luglio 19, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE 15


Se sei bello, il mondo ti sembra più bello
-Bret Easton Ellis- Glamorama

lunedì, luglio 17, 2006

TRAFFIC FESTIVAL

Giovedì salta la partenza per Torino, causa annegamento di vario materiale, tra cui anche il mio cervello che annega in strani pensieri, inutili direi.
E allora tutto rimandato a venerdì. L'architetto con la camicia con l'appretto parte ore 14 con "ma perchè non metti l'aria condizionata nella panda, Paolo?". Partono felici e contenti nella scatola che misura una temperatura media di gradi 35. Io scelgo il treno. Ore 19.18. Si lo so c'è un treno che aspetta al binario e che questa sera partirà con me sopra, con uno zaino ripulito e lavato e nuovi vestiti. Il libro, sempre lo stesso. E' un libro che pesa in tutti i sensi e ora occupa anche il posto di due libri nella già straripante libreria di pino dell'americano, che detto per inciso detesta Ellis. Ora anche più di prima.
Ovvio che sul treno incontro svariata fauna di svariato o avariato genere. Come me del resto. Ma succede ogni volta e devo finire questo cazzo di libro prima che triplichi il suo volume, prima che le pagine ancora umide si asciughino in fretta e allora lasciatemi in pace e smettetela di fissarmi. Smettetela di parlare come se volessi intervenire nella vostra conversazione, come se avessi un'opinione su quello che state dicendo, un interesse per ciò che non sia finire questo libro. Ecco sono arrivata.
Il mio ex ex ragazzo mi viene a prendere e raggiungiamo l'architetto e la sua ... e ci dirigiamo al parco. Io penso di essere in considerevole ritardo visto che sono quasi le 10 ma mi sbaglio, perchè è il concerto ad essere in ritardo. Va bene non importa. Ho già sfogato la rabbia repressa con i tizi del treno. Franz Ferdinand, visti già a Milano, stessa cosa qui a Torino, quasi uguale. Però mi è piaciuto il concerto. Finisce, recuperiamo le macchine e altra gente e andiamo al fiume. Fino al mattino, disprezzo totale per il mio stomaco e per la mia vita salutista mai iniziata. E vi giuro che devastarsi con una vegetariana testimonial della vita alimentare perfetta è un piacere irraccontabile. Vale il malessere diffuso del giorno dopo. La sua faccia quando bevo per l'ennesima volta la vorrei fotografare e appendermela in camera. No forse no. Forse vorrei fotografare la sua faccia mentre vede l'architetto ormai senza appretto bere il terzo rhum e coca o mentre lo trascina alla macchina. Bisogna sopportare. Ultimi scampoli di vita giovane per il nostro geometra. Lo dice anche lui, anzi lo grida. E gli si perdona tutto.
Tocco il letto ore 6.00 e lo rivedo ore 12.00. E poco dopo rivedo Vanza pronto e contento per questa sera. Un'eccessiva felicità che lo ha contagiato per tutto il giorno. Ma perchè? Non lo saprà spiegare. Vanza è animale da concerto e da festival. Si aggira con fare ben disposto e socializzante per tutto il parco. Ma alle 3 non c'è molta gente. Così porta la sua socializzazione secondaria nel centro di Torino, in giro per la città. Poi alla sera, di nuovo al parco, di nuovo con la sensazione sbagliata di essere in ritardo. Di nuovo con l'attesa snervante, con la musica orribile in sottofondo, con la birra in mano per passare il tempo. The Strokes. Mah non saprei proprio dire, non è che mi abbiano entusiasmato tanto. Io non ho sentito una parola di nessuna canzone solo un generale bla bla bla. E' vero un bla bla bla con un accento newyorkese very coll. Peccato che mr America sia ormai disperso da giorni e che non abbia partecipato alla serata We love you New York. Preferisce compagnie femminili italiane a suoi concittadini che non trovano niente di meglio da dirgli che un bla bla bla ritmato con il suo stesso accento. Poi collasso involontariamente sul prato. Con il mio ex ex e Vanza accanto. Mi addormento e rivedo il buio notturno ad ora imprecisata. Sento il braccio dell'ex ex che mi trascina alla macchina, sento Luca che sragiona come sempre. Ma sono contenta. Un'ubriaca felice. Poi dormo alla grande anche stanotte e al mattino la colazione. Qualcuno spieghi al caro Vanza che gli abbracci, quei grandiosi biscotti non possono essere infilati in una tipica tazzina italiana. Di grande storia e tradizione ma pur sempre mignotica. Almeno spezza il biscotto. Luca ha questa meravigliosa teoria dell'abbraccio che deve sbriciolarsi solo in bocca e che deve essere mangiato intero. Lascia sempre quelli spezzati nel sacchetto. Così immaginate questo ragazzo con gli occhi pesti per la serata precedente che si ingozza di biscotti inseparabili macchiati dal poco caffè che sono riusciti a raggiungere sul fondo della tazzina. Luca parte ore 13.50 dalla stazione. Io resto. Un'altro giorno. Undicesimo comandamento della giornata: Non toccare alcol per tutto il giorno, per tutta la sera. Giro un pò per Torino, poi a casa, poi usciamo, poi serenità mista a zanzare. E un'altra gran dormita. Lunedì mattina ore 9.50 il treno parte anche per me. Torno a casa perchè pomeriggio lavoro. Di nuovo. E mi spiace sul serio andare via, perchè vorrei restare ancora un giorno ma non posso. Torno a casa. Architetto verde sul divano. Dice: ieri sera l'orzo con gli spinaci mi ha distrutto. Capito? Due giorni a rockeggiare distrattamente in giro e sembro solo un fiore con un pò di panzetta in più. Lui vita salutare con orzo che purifica tutto l'intenstino e sembra solo la brutta copia di un sesantenne. Doccia, vestito pulito, cibo nella pancia e metropolitana. Lavoro. Quando torno a casa l'architetto tende al giallo. S'intonerà un casino con la cravatta che miss ti distruggo lo stomaco in due minuti gli ha regalato.

venerdì, luglio 14, 2006

E IL TRENO PARTE


Piove su Milano.Ore 19.18 c'è un treno per Torino che mi aspetta al binario ma dalle 6.30 so già che non riuscirò a prenderlo. Il cielo si oscura e dalla finestra dell'ufficio vedo il nuvolone che avanza, è nero, è grosso e dice: tra poco esplodo. L'accordo è di lasciare il motorino a casa e di andare in metro alla stazione. Cerco di uscire prima ma il temporale è implacabile. Da Milano Nord,devo arrivare a casa e so già che non ci arriverò ma ci provo. Dopo pochi minuti sono bloccata con un meraviglioso impermeabile rosso sotto la pensilina dei carrelli di un supermercato. La Pioggia viene di traverso e mi bagna anche se sono coperta. Decine di consumatori passano indifferenti e lanciano un'occhiata al mio zaino ormai fradicio senza avere niente di meglio che tirare uno sguardo di compassione o un sorriso divertito. Solo un gentile vecchietto mi regala il suo ombrello per coprirmi per quello che posso. Dopo 25 minuti sotto la pioggia mi metto anche a piangere per la gentilezza del gesto. Così ora i miei occhi rossi e gonfi si intonano al cielo che lacrima e alla giacca rossa. Non vuole smettere di piovere e chiamo Paolo che poco dopo viene a prendermi e stiamo un pò in macchina per aspettare che la pioggia passi perchè non posso lasciare il motorino lì. Ore 19.18 il mio treno sta partendo e io sono fradicia in un pandino con uno zaino altrettanto fradicio che puzza di cadavere, un ombrello nuovo e un nuovo mal di testa. Poi si affievolisce la pioggia e bagnata mentre mi bagno di nuovo cerco di arrivare a casa. C'è qualcuno che mi sta aspettando alla stazione in un'altra città che questa sera non mi vedrà arrivare. Non lo posso chiamare subito perchè nel frattempo il mio telefono è annegato. Lui aspetta e io piango, anche se ora sono asciutta e non mi devo più uniformare all'ambiente. Piango perchè questa sera non sono a Torino ma piango per aver trovato una scusa troppo facile per non doverci andare, perchè me la sono cavata con poco, con un semplice aquazzone che lava via tutto.

Le foto le ho fatte mercoledì sera prima della tempesta di aria. L'altra foto si riferisce al mio libro che era dentro lo zaino. Vi risparmio le foto dei vestiti, soprattutto l'odore. Il libro ora sa di vissuto senza esserlo veramente, visto che ancora non l'ho neanche finito.

mercoledì, luglio 12, 2006

VANZA CHIAMA LA NOIA RISPONDE

Non ho pezzi di libri da lasciare, ingoiato dal suo sbadiglio che lancia sul mondo, ho l'occhio gravato da una lacrima involontaria, un'anima poco ardita per avere un misero destino scritto. E vorrei avere la forza di osservare con gioia il quadro di chi è solo un incubo pieno di cose misteriose, di feti fatti cuocere in pratiche stregonesche, di vecchie che si specchiano, osservare e amare come sapevo fare un tempo chi è un lago di sangue abitato da angeli maledetti, ombreggiato da un bosco di pini sempre verdi. Vorrei avere un singhiozzo ardente che passa di secolo in secolo. Ma ho perduto la musa e vedo in lei solo follia e orrore. Ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe. Ma non ho più fiori nuovi da sognare e da piantare. La noia mi rende crudele. Sto come un pittore che un Dio ironico condanna a dipingere, ahimè, nelle tenebre; e dove, cuoco dai funebri appetiti, faccio bollire e mangio il mio cuore. Nulla eguaglia la lentezza di quei giorni azzoppati quando, sotto i pesanti fiocchi delle annate nevose, la noia, frutto della cupa indifferenza, prende le proporzioni dell'immortalità. Vedo solo una luce diurna più triste della notte e la pioggia quando distende le sue immense strisce, imita le sbarre d'un grande carcere, e un popolo muto d'infami ragni tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli. La Speranza, piange; e l'atroce Angoscia, dispotica, pianta sul mio cranio chinato, il suo nero vessillo.
Valanga, vuoi tu portarmi via nella tua caduta?

Nota a margine: omaggio a Charles.

lunedì, luglio 10, 2006

SE PIOVE SPUNTA L'ARCOBALENO, MA A MILANO NON SI VEDE

Sabato sera sono uscita con l'architetto.
Io e lui e basta. Pare stupido dato che viviamo nella stessa casa, ma giuro che a volte è difficile vedersi per più di mezz'ora e spesso ci si vede alla mattina addormentati o alla sera stanchissimi. Comunque usciamo. Obiettivo cena, obiettivo dobbiamo discutere di cose importanti. Non vogliamo stare a Milano e visto che abbiamo la macchina, tangenziale e ricordi infantili alla mano ci dirigiamo in Brianza. Terra di casa mia. Ci dirigiamo in un ristorante ricavato da una vecchia cascina, un pò sperduto in stradine e campi di pannocchie. Però ci arriviamo, giusto in tempo per decidere se stare fuori o dentro. Ovvio che fuori, ovvio che dopo 10 minuti viene giù il diluvio. All'improvviso. Un gran casino per niente, piove tanto e subito, poi basta. Ma è ancora chiaro e spunta un enorme arcobaleno che si vede tutto dall'inizio alla fine (foto a lato). Ci spostiamo nella terrazza coperta al piano superiore. Mangiamo. Beviamo. Parliamo. Le cose stanno in questo modo. L'architetto pare avere l'intenzione di prender casa da solo, un mini appartamento dice lui ma con uso prioritario del bagno e del frigo. E mentre dice solo io nel MIO bagno gli brillano quasi gli occhi. Per uno abituato come era lui, vivere in 5 in questi anni in un mini spazio come casa nostra non deve essere stato per niente semplice, soprattutto all'inizio. Una stanza con un letto, un armadio mio e il mio divano. Va bene architetto abbiamo capito che vuoi che l'aggettivo MIO sia l'inizio della tua nuova vita. Il problema sarà trovar casa, a Milano è una giungla e trovare un appartamento decente da soli che non costi 1000 euro al mese è una vera impresa. Poi c'è agosto di mezzo e settembre sempre più vicino. Ma l'architetto sembra lanciato e si fa un sacco di progetti in testa. Lui dice che ora il vero problema sarà svuotare casa, ripulirla dalle nostre cose, dalle cose comuni. Non siamo mai stati i tipici coinquilini universitari che vivono insieme ma allo stesso tempo separati. Le cose si compravano insieme, in comune, non uno compra una cosa e poi la usa solo lui. Resta il bagno che abbiamo comprato insieme, ma quello se lo prenderà Paolo o finirà in qualche garage in attesa di spazio. Resta il problema che Tye non si può mica portare mezza casa negli Stati Uniti e certe cose le dovrà lasciare qui. Tipo la sua amata libreria di legno di pino che comprò con immensa gioia l'anno scorso. Mica la può smontare e metterla in valigia. Poi cose comuni normali, il videoregistratore, il phone, la tv, varie lampade e simili, oggetti vari acquistati in 4 anni e altro. Molti mobili erano già qui ma molti ne abbiamo comprati o raccattati da qualche parte e ora non sappiamo bene che farcene. A settembre sarà il delirio. Non voglio neanche pensarci.
Finita la cena, tardissimo, saremmo stati seduti tipo 4 ore, che i camerieri ci volevano cacciare, andiamo a bere in un posto lì vicino e Paolo dice che non ha voglia di tornare a casa. Io lo so che casa dei miei è vuota, perchè i miei genitori sono in montagna e mio fratello è in Olanda, però porcamiseria non ho le chiavi. Ma la fortuna ci vuole bene stasera e proprio mentre sto per finire il mio negroni e Paolo sconsolato dice vabbè torniamo a Milano, vedo mio cugino. Lo chiamo. Sta tornando a casa isieme a dei suoi amici. Visto che so come funziona la mia famiglia e so che mia madre quando lascia casa vuota lascia chiavi a chiunque gli chiedo se ha le chiavi di casa mia. Lui ovvio che dice si ma le ha a casa sua, che è giusto a 5m da casa dei miei. Così lo seguiamo a casa, sale, prende le chiavi e io e l'architetto entriamo a casa mia. La gioia di Paolo di lasciare il suo povero pandino in un garage vero, senza la paura che gli rompano il vetro per l'ennesima volta, o che gli righino la macchina, o che gli aprano la portiera solo per divertirsi e per rovistare dentro. Cose che succedono tipo una volta al mese. Qui anche se la lasci in mezzo alla strada non gli fanno niente, però Paolo vuole portarla in garage. Entriamo. Oddio che strano, non sembra neanche casa mia. Non ci sono i miei, è vuota, è pulita. I letti rifatti e qui brilleranno gli occhi di Paolo, la lavastoviglie, il bagno superpulito. Cose buone. Passiamo il resto della notte a guardare le vecchie macchine fotografiche di mio padre. Paolo vuole sapere come funzionano, ma io me ne ricordo giusto un paio. Le altre non sapevo neanche come si aprivano. Una sembrava una scatola poi magicamente togli una levetta, schiacci un bottone e gli viene fuori un soffietto enorme. Le altre restano misteri. Soprattutto per Paolo che non capisce che in alcune si vede l'immagine al contrario e che se ti sposti da una parte l'immagine va da quella opposta. Ha passato tipo mezz'ora a guardare dentro sta cavolo di macchina per capire come centrare un vaso, si spostava a destra e l'immagine andava a sinistra. Stava impazzendo. Poi ha abbandonato anche perchè non mi ricordavo come si caricava quindi non poteva scattare. Poverino. Poi esausti ce ne andiamo a dormire. Il mio letto. Mia madre gli cambia le lenzuola una volta a settimana anche se non ci dorme nessuno.
Al mattino vorremmo fare colazione ma il frigo è ovviamente vuoto ed è domenica. Ma i miei abitano di fronte ad un alimentari vecchio stile in cui c'è ancora la lista clienti e dove i proprietari vivono sopra il negozio. Così suono alla porta come quando facevo quando ero piccola e mia madre mi mandava a prender le cose alla domenica o di sera tardi. La signora mi apre e sembra abbia visto un fantasma. "Non ti vediamo da anni! Cosa ci fai qui? Cosa ti serve?" Così gli chiedo latte e un paio di altre cose e la signora Clara vuole assolutamente che entri per salutare suo marito che ovvio si chiama Mario come metà paese. "Guarda chi c'è, Mario". Manco fossi andata in guerra o tornata dall'inferno. La Clara mi dà le mie cose e poi mentre faccio per pagare mi dice: "Segno?" "Si si segni pure". Fantastico. Così io e Paolo facciamo colazione sul balcone, all'ombra, mentre lui continua a respirare come un pazzo. "Devo ripulirmi un pò i polmoni". E continua a dire:" non passa nessuno, ho contato due macchine in 20 minuti, non si sente niente, non c'è un rumore!!!" E pare felicissimo. Povero bambino di città. Non sto a raccontare le scene che ha fatto quando alle 10.45 hanno suonato le campane per la messa delle 11. "Oddio le campane, non ci credo! Ma sono vere??? Ma dove sono???" Ripuliamo tutto e riportiamo le chiavi a mio cugino. Primo pomeriggio siamo a Milano. Rumore, inquinamento, gente, casino, casino, casino. Paolo esce sul balcone e la prima cosa che sente è un clacson prolungato per 15 minuti perchè qualcuno aveva posteggiato in doppia fila. Dice: "Non hai idea di quanto odi questa città in questo momento".

giovedì, luglio 06, 2006

ARRIVEDERCI AMORE CIAO

Vi rendo partecipi miei cari di alcune novità.
Visto che le persone che sanno dell'esistenza di questo blog ne sono già informate lo posso scrivere. Ho di nuovo un ragazzo. Ovazione per la mia ritrovata vita di coppia. Il caro vecchio Pao riscaldato a dovere è tornato ad affollare la casa e la mia stanzetta, a giorni e week end alterni. Il mio ex che diventa un ex ex, cioè un ex ex ragazzo, non essendo più ex ragazzo. Ora l'unico scoppiato resta Tyler, ma sta per iniziare il suo mese di divertimento quindi ragazze milanesi non vi preoccupate che il vostro americano preferito torna sulla piazza tra poco. Nello specifico dopo il 20 luglio, chiamare ore pasti.
Un'altra importantissima novità riguarda la nostra casa. Vista la dipartita di una delle colonne portanti per lidi inglesi e vista l'imminente laurea di quella che conoscete meno e l'imminente chiusura del soggiorno italiano dell'immigrato la casa probabilmente chiuderà porte e finestre per settembre/ottobre. Restiamo io e l'architetto che si vede già proiettato alla sua vita da solo e quindi resto io. Mr England pare non avere nessuna intenzione di prendere il volo di ritorno mai prenotato e quindi pare che la casa non ci sarà più. Ci sarà ancora ma non ci saremo più noi fisicamente dentro.
E' un divorzio sofferto dettato da circostanze inevitabili e da strade che prima o poi devono necessariamente dividersi. A novembre festeggiavamo 4 anni in questa casa ma pare che non faremo mai una festa per l'anniversario. Scriverò un post di addio decente quando sarà il momento, per ora restano ancora alcuni mesi. Già stiamo decidendo la spartizione dei beni, o meglio sta decidendo Paolo che pare aver già pronte le liste con i nostri nomi e le cose comuni che ci appartengono. Il problema più grosso, secondo l'architetto, è il bagno. Acquistato pochi mesi fa dopo aver resistito anni con quello vecchio non sappiamo dove metterlo. Non ci aspettavamo che le cose andassero così. Sapevamo di Sara e del suo sempre espresso desiderio di tornare a casa sua una volta terminati gli studi, sapevamo che Tye finiva anche lui a settembre ma prima diceva di voler restare ora giustamente dice di voler tornare a casa sua. E poi Carlo. Pesa tantissimo la sua scelta di non vivere più qui sulla decisione di me e Paolo di andare via da casa. Ci fosse stato anche lui avremmo convinto Tye a restare e saremmo andati avanti ancora un pò in quattro. E' chiaro che sulla decisione di Tye pesa il fatto che Carlo non abiti più qui ma soprattutto che anche John stia decidendo per il rimpatrio dopo aver finito il suo anno di cazzeggio in lidi europei. Ma non è colpa di nessuno, sarebbe successo comunque, forse più avanti e in maniera diversa ma sarebbe successo.
Non so cosa farò, se cercherò un'altra casa, dove sarò, dove andrò, con chi. Per ora non ci penso, non ho il tempo effettivo per farlo e in fondo è un bene. Carlo prima di andare via ha detto a tutti che lo spazio fisico in comune dopo come abbiamo vissuto in questi anni non è l'elemento fondamentale, che non è necessario abitare nella stessa casa per sentirsi come una famiglia, come ci sentiamo noi. Non so se è vero, è bello pensare che lo sia ma non so proprio se sia vero.
Tra poco più di un mese compio 24 anni e mi sembra di averne 35. Non è facile andar via di casa molto presto e poi ritrovarsi a dover decidere di nuovo. A volte penso che i ragazzi che vivono ancora con i loro genitori sono estremamente fortunati perchè hanno vissuto protetti, perchè sono cresciuti in maniera protetta. E forse è vero che ero troppo piccola quando decisi di andarmene ed è sicuramente anche per questo che siamo diventati così vicini e uniti, perchè cercavamo tutti protezione al di fuori della nostra famiglia di origine. A volte e soprattutto in questo momento vorrei non avere 4 anni alle spalle di vita comune con altre persone della mia età, vorrei avere 24 anni e dover decidere adesso se andare a vivere da sola o meno. Ormai non è più possibile anche perchè sono molto cresciuta e per me non è mai stato vivere da sola ma con una famiglia diversa da padre e madre ma sempre una famiglia.
E guardando questo blog è già un pò di tempo che volevo cambiare il titolo, perchè 5coinquilini non mi sembrava più tanto corretto. Ora avrà ancora qualche mese di vita, poi ci dirotteremo in altri spazi.

domenica, luglio 02, 2006

LE VERDURE FANNO MALE ALL'UMORE

Venerdì sera telefona un amico di Paolo. L'amico Matteo che fa parte della categoria vecchi amici di Paolo, la categoria che racchiude fighetti tristi, neoprofessionisti, con superdonne al seguito, sancarlini e quant'altro. L'amico Matteo che si schifa a venire a casa nostra, perchè vivete in 5 e come fate, io nel mio loft sto da solo che sto meglio (ma vafanculo), dice: "Sabato compio trentanni (che cul) e faccio la festa in un locale, devi dire a Paolo di venire alle 10.30" E riattacca. Ma rivafanculo, idiota cafone che non sei altro, mica sono la sua segretaria! Torna Paolo e riferisco tutto con aria stizzita. Paolo richiama e l'amico Matteo ha la sua odiosa segreteria telefonica, l'architetto dice: "Matteo non so la strada, dimmi almeno il nome del locale,ciao, richiama, grazie". Paolo esce e alle 2.00 l'amico Matteo richiama. Ma sei sempre più stronzo allora! Io: Pronto? Lui: "allora, mi senti? Segnati la strada che ho fretta!..." Arifavanculo al quadrato brutto idiota! Mi segno la strada su un foglio.
Sabato sera Paolo si prepara ad uscire per andare alla festa dell'amico Matteo insieme alla vegetariana che sicuro andrà d'accordissimo con Mr Loft più in del secolo. Paolo mi chiama dopo 45 minuti disperso in via Livorno dietro all'università, cioè via Livorno? Come cazzo ha fatto ad arrivare lì se doveva andare in Viale Umbria??? Dice che ho sbagliato a scrivere le indicazioni. Fanculizzo anche lui che adesso con questa storia mi avete rotto tutti! Proseguo la mia serata e ciao.
Alle 3.30 starei dormendo ma torna Paolo con la nuova migliore amica dell'amico Matteo e mi sveglia perchè fa casino. Poi mi dice che avevo sbagliato a scrivere e che non si capiva e che ci hanno messo un'ora ad arrivare in questo posto. E chi se ne frega, dico io. Miss vegetale ridacchia con aria acida e la sto per spappolare ma Paolo mi trattiene per un braccio. Si alza l'american che dice: "Cazzo ridi?" Con tono di sfida guardandola negli occhi. Silenzio. Immaginate la colonna sonora di mezzogiorno di fuoco, strade piene di polvere tra l'arpia e il new yorker, banditi in arrivo all'assalto della città, spettatori sgomenti in attesa di chi spara per primo, il saloon sulla sinistra e la banca assaltata sulla destra. L'architetto sgomento dice: "cerchiamo di stare calmi!" Mangio solo verdure dice: "cosa vuoi Tyler? chi ti ha detto niente!" Il genio di Brooklin dice: "Mi hai detto che mi sono svegliato perchè tua voce inutile entra in mie orecchie". Lei: "stai facendo una tragedia per niente!" L'architetto sudato e preoccupato: "va bene basta andiamo a dormire e facciamola finita". Io che prendo Tye per un braccio: "basta, basta, andiamo a dormire". Sara che sbircia dalla porta e dice: "cos'è successo si sono picchiati?" Io: "quasi". Ognuno nella sua stanza e si dorme. Stamattina Miss io sposerò un architetto è stata zitta tutto il tempo e ha lanciato sguardi di fuoco all'american e a me. Ma cosa vuoi? Poi Paolo ha tentato di intavolare discorsi comuni per far finta di niente ma non c'è riuscito, alla fine ha detto: "la festa faceva schifo e Matteo è proprio un coglione". Meno male.