5coinquilini

lunedì, agosto 28, 2006

NIENTE CITAZIONE CHE MI SONO ROTTO IL CAZZO

Stamattina torno al lavoro.
Brutti pezzi di merda ingiacchettati e incravattati abbronzati come il biondino di Laguna blu sfoderano la loro solita indifferenza per quel coglione con il contratto a supertermine che non sa che fare della propria vita. Il coglione ovvio sarei io. Le mie colleghe frustrate da mariti penimosci, come li definiscono loro, mi accolgono invece con un simpatico sguardo che mima dietro ad occhi insoddisfatti il suo disappunto. Ecco tornato il coglione.
Cerco di ricordarmi nel più breve tempo possibile in cosa consista il mio lavoro in questo ufficio. Allora Luca devi pensare, in cosa sei laureato, che studi hai fatto. Ma merda tu non sei laureato, non hai mai studiato un cazzo nella tua vita. Perchè ti avranno assunto qui poi. Certo perchè sei una gran faccia da culo. Le tipe mi sommergono di noiose questioni finto amministrative e mi ricordo quello per cui sono pagato. In parte. Comunicare è vivere. Lo leggo sul muro di fronte.
Ho tre colleghe che lavorano con me nello stesso ufficio 3x2. Anni: 31, 35, 37. Premetto che nessuna è passabile di capatina nel bagno durante la pausa pranzo. Oddio in tempi di assoluta astinenza con quella di 35 ci ho fatti tanti pensieri ma lei deve aver intercettato il mio sguardo "ti sbatto al muro" e ha lanciato il suo "scordatelo, idiota!". Comunque due sono sposate e una in procinto di. Ovvio che la peggio è quella in procinto di, quella degli sguardi, la 35. Fidanzata ufficiale, dice lei, con un coglione di commercialista già divorziato e con mostro a carico. Le tre tizie mi chiedono subito se sono ancora fidanzato anche io. Siete andati in vacanza insieme vero? Visto che mi annoio da dio decido di confessarmi con loro e gli racconto un pò di cose. Loro si vorrebbero comportare come tre zie che danno consigli fidati al loro nipotino preferito. Invece sono solo zitelle acide bavose in cerca dei dettagli più succosi e scabrosi. Gli racconto di una superlite avuta con la mia attuale, nella quale volendo fare il geloso della situazione, cosa che mi riesce pochissimo, le ho scagliato l'autoradio in mezzo a sterpaglie orticanti. Lei in lacrime è andata a riprenderla e si è graffiata con le odiose erbe, io ho assistito alla scena incazzato fumando 150 sigarette in tre secondi appoggiato alla portiera della macchina. Le mie tre zie mi guardano e in coro gridano: "che stronzo!" Ma stronzo di che dico io. Queste non capiscono un cazzo penso io. E 35 dice: "beh e poi lei ti ha mollato spero". Ah brutta maiala lo speri per recepire il mio sguardo. Dico io: "assolutamente no." Lo pronuncio con aria strafottente quanto basta. E lei: "Ma come scusa, ti sei comportato proprio come uno stronzo". Ma quale stronzo, non sai mica il motivo per cui mi sono incazzato tanto. Subito a giudicare i penedotati voi, trentenni insoddisfatte che non siete altro, tutte e tre. E aggiungo che alla fine abbiamo pure fatto un gran sesso in macchina, che si abbiamo litigato, ci stavamo per picchiare, lei ha fatto un pò la troia e io ho fatto lo stronzo, ma adesso quello appagato sono io. Loro sconcertate da cotanta mostra di testosterone fingono di tornare alle loro occupazioni. Per tutto il pomeriggio ho percepito strane vibrazioni dalla baffidotata 31 e potenti sguardi dalla culoflaccido 37. La 35 ancora non mi calcola. Ora mie care è vera la storia che le donne vogliono stare solo con gli stronzi?

sabato, agosto 26, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE

LUCA La mia amica Sabrina, mi rompe i coglioni perchè la faccia incontrare con un certo tipo che conosco, Andrea. Mio compagno di università. Le innumerevoli occasioni di contatto tra i due non sono andate a buon fine.
Una sera li ho presentati e ho continuato la mia vita.
Ieri sera stavo sereno e placido a leggere un libro. Mi arriva un messaggio:
Luca ce l'ho fatta con Andrea. Mi sento quasi innamorata-Sabrina
Ah bene si intende che ha concluso la serata in degna maniera? La mattina successiva mi sveglio e ripenso al libro letto la sera precedente. Mi arriva un messaggio:
Luca la tua amica è una rompicoglioni. Ubriaco me la sono fatta e non so come mandarla via, cosa faccio? consigli?-Andrea
Mi dirigo verso i miei libri e cerco in loro l'ispirazione e ovvio che nella testa ne rimbomba uno solo.Mando due messaggi:
1. per Sabrina:"I semi dell'amore hanno attecchito, e se non bruceranno insieme, brucerò io sola"
2. per Andrea:"ho usato la storia dell'amico del cuore morto. Sembrava meglio di quella della ragazza con il cancro o di quella della zia preferita che si suicida dopo che lo zio preferito è morto, entrambe sembravano troppo melodrammatiche"

Grazie a Bret e al suo libro, pare che Andrea abbia liquidato con vaneggianti scuse Sabrina, la quale pare non abbia capito che finirà per bruciare da sola ed è stata invece pervasa dalla sindrome della crocerossina, dandomi tra l'altro del malato mentale per il messaggio che le avevo scritto. "Incompresibile e da psicopatico" ha detto lei.
Ripenso al perchè entrambi abbiano avuto l'istinto di mandarmi un messaggio dopo aver fatto sesso insieme. In fondo non c'entro molto. Ripenso che io non l'ho mai fatto, nonostante sia stato con persone che non mi piacevano e nonostante abbia creduto che una semplice notte regala l'amore.
Allora ho spento il telefono.

Nota a margine: resta da decidere chi dei due sia il più scemo. Se mi innamoro sarà di te (Sabrina l'idiota) oppure Non possiedo un cervello pensante attivo dopo le 8 di sera, ragiono solo con quello che resta (Andrea il cazzone).

Ed è ovvio a tutti che le citazioni sono di -Bret Easton Ellis- [Le Regole Dell'Attrazione]

Doppia nota a margine: Visto che è stato appurato in terra inglese che neanche Carlo si ricorda il pegno da pagare per la scommessa stipulata tempo fa, mi sembrava da idioti cazzoni non citare Bret e gli altri prima che questo blog chiudesse. E questa cosa l'avevo scritta più di un mese fa. Rock'n roll.

venerdì, agosto 25, 2006

PROVE PRATICHE DI VITA INGLESE

Siamo tornati. Io e il Vanza, Carlo resta a Londra fino a data da destinarsi.
Potrei scrivere un post con mille aneddoti sulle vacanze e sui giorni trascorsi in Inghilterra, ma detesto la gente che autocelebra le proprie ferie e si mette a raccontare per giorni e giorni cose che al momento sembrano divertenti e che poi finiscono solo per sembrare un pò patetiche.
Però vorrei mettere alcune foto che mi sembrano significative della vita inglese. A richiesta nel prossimo post foto classiche della città.


Il retro della casa di Carlo. No, non è in Romania ma in una tipica casa inglese a due piani, stretta e verticale con giardino incolto sul retro.


Il giaciglio mio e di Harry. Il mio letto, ovvero un materasso incelofanato appoggiato per terra è quello con il cuscino azzurro. Praticamente un letto matrimoniale a due livelli da condividere con uno sconosciuto quarantenne. Nessuno potrà mai dire che non mi so adattare.


Uno dei pub preferiti di Harry a Camden. Molto sobrio dice lui rispetto al resto della zona. Molto english style. Ci viene prima di perdersi per la strada laterale, piena di gente assurda.


Il cibo preferito della ragazza di Carlo. Houmus con carote e crackers. Ne mangia quantità esagerate. Non è neanche così male come sembra, a piccole dosi risulta gradevole molto più di altre cose che gli inglese consumano in quantità industriali.


Il livido sul mio ginocchio dopo essere rovinosamente caduta sulla scala e neanche al buio ubriaca. Ma in pieno giorno con la luce accesa. Così dal nulla. Livido fatto il secondo giorno che ancora mi porto addosso.


Riso con pollo al curry. Un amico indiano di Harry che ogni tanto si presentava alla sera e cucinava per tutti questa roba, gradevole anche lei ma in minime dosi e porzioni. Minimo non è comunque l'aggettivo che userei per definire il suo odore.


La filosofia dei trasporti inglesi. Un altro mondo quello dei trasporti pubblici a Londra. Abbastanza cari ma ovunque e ad ogni ora. Fantastici.


Per finire, il regalo per il mio compleanno del Vanza. Le scarpe di Dorothy del mago di Oz. Peccato che il Vanza non sappia che le scarpe hanno dei numeri sul retro non per bellezza. Infilare un piede 39 come il mio in un 37 risulta difficile. E pretende pure di arrabbiarsi a ragione perchè non le ho indossare la sera stessa. Solo per la foto le ho messe due minuti e ho avuto mal di piedi per due ore. Camminare risulterebbe impossibile a chiunque. Apprezzo comunque il regalo, perchè è l'idea e i simboli che stanno dietro a quelle scarpe che contano e il mio amore per quel film, che solo uno come il Vanza può apprezzare.

sabato, agosto 19, 2006

BUON COMPLEANNO

Visto che siete tutti in vacanza lo scrivo io. Tanto ormai nessuno legge il blog.
TANTI AUGURI A GIULIA.

L'architetto Paolo

venerdì, agosto 18, 2006

LONDON CALLING

Carissimi ben ritrovati,
Primi giorni a Londra e primi giorni lontano da Milano che senza neanche dirlo non manca per niente a nessuno. Gli inglesi vivono in un’altra dimensione. Non ricordavo bene com’era Londra e soprattutto com’era viverci. I londinesi sono diversi e non c’e‘ bisogno che lo dica io. In realta‘ vedendola adesso non mi sembra di aver vissuto per 4 mesi in questa citta‘. L’altro ieri sono tornata nel posto in cui vivevo e a parte il tizio alla reception che dopo quasi 4 anni mi riconosce e mi saluta era tutto un po‘ diverso. Carlo vive a Notting Hill gate, praticamente dietro la queensway, la strada in cui vivevo io. Ci vogliono tre secondi per farmi arrivare al vecchio dormitorio. Sono convinta di trovare le stesse persone ma ovvio che non trovo nessuno. Il tizio di origine pakistana alla reception mi dice che per loro sono tempi un po‘ brutti per stare a Londra ma che ormai non se la sente di andare via. Mi dice che il mio vecchio compagni di stanza, Damien, e‘ tornato l’anno scorso ed e‘ restato un paio di settimane e poi e‘ scomparso come sempre. Chissa‘ dove sara‘ finito anche lui. All’angolo della strada c’era il negozio di un indiano. La moglie mi ha cucinato un sacco di volte la cena con tutte quelle cose che mangiano loro piene di odori che ti si attaccano addosso per ore. Ora al suo posto c’e‘ footlocker. Provo tristezza perche‘ questo posto ha rappresentato una parte della mia vita ed ora invece non c’e‘ piu‘. Mentre parlo con il tizio dell’hotel di questo negozio arriva un ragazzo con uno zaino enorme, chiede una stanza e sale le scale cigolanti. Funziona cosi‘ in questi posti, oggi ci sei tu, ci vivi per un po‘ e poi arrivano altre persone. Mi chiede se voglio usare la cucina o il bagno ma gli dico che devo andare e lo saluto. Mi dice di tornare o se voglio lasciare un messaggio per Damien perche‘ lui ancora riceve li‘ la posta. Scrivo una cosa veloce e stupida su un foglietto per questo pazzo australiano con cui ho vissuto e me ne vado. Ovvio che vado ad Hide Park. Faccio la strada che facevo un tempo, stessa entrata, stesso cancello, stesso baracchino dei gelati. Poi torno a casa di Carlo, adesso e‘ la sua Londra. Avra‘ un sacco di cose di cui ricordarsi, le strade, I supermercati, I lavori, le persone che incontra e tante altre cose.
Carlo non mi sembra sistemato male,sembra solo molto sciupato e stanco ma e‘ un po‘ questa citta‘ che ti consuma. Vive con la sua ragazza, Elisa, con Alberto e con un certo Harry, detto Harry the king, di anni 40. Harry e‘ tipicamente inglese, rosso, lentiggisono, bianchiccio e molliccio. Come solo I veri inglesi sanno esserlo. Ieri aveva il pomeriggio libero e io, lui e il Vanza siamo andati alla Tate gallery. A parte la vista del ponte diretto in faccia a St Paul, la zona non mi e‘ mai piaciuta. E‘ tutto pieno di ragazzini che disprezzano quello che c’e‘ dentro il museo e sono li‘ solo perche‘ la maestra li ha obbligati. Entro in una stanza e ci trovo uno dei piu‘ grandi quadri di Jackson Pollock. Il primo quadro che vidi suo, in una foto sua che fece per un giornale americano. Lui appoggiato con le spalle a questo enorme quadro orizzontale, con la giacca e le mani in tasca. Non resta il mio quadro preferito suo ma e‘ il primo che ho visto. E non avevo mai visto nulla di simile e da allora e‘ cominciata la mia passione per la sua pittura. Mentre sono li‘ in pace senza rompere le palle a nessuno, due ragazzine, manco a dirlo italiane, arrivano, si piazzano davanti alla gente e gridano: che schifo! Io lo saprei fare meglio!. La detesto questa gente, non perche‘ era quel quadro ma in generale le persone che non capiscono. A me non piacciono molti artisti classici, che non mi dicono nulla ma non mi sognerei mai di andare in un museo a dire che schifo. Non comprendo come certi quadri possano essere considerati dei capolavori, ma sto in silenzio e rispetto l’opinione altrui. E in questi musei contemporanei e‘ pieno di gente che scuote la testa e dice lo saprei fare meglio io oppure questa non e‘ arte. Prima di insegnare ai ragazzini la storia dell’arte e di portarli obbligandoli in un museo, dovrebbero insegnarli il rispetto per le forme artistiche.
Harry comunque concorda con me.
Poi abbiamo fatto un giro per Oxford Street, un altro posto detestabile di Londra. Mi chiedo e soprattutto il Vanza se lo chiede, come le commesse possano lavorare in quei negozi. La musica e‘ altissima. Non puoi entrare in un negozio e sentire il disco dei Chemical Brothers sparato a mille per piu‘ di 30 minuti. Come fai a lavorarci? Quasi non riuscivamo a parlare tra di noi. Il Vanza coinvolto in questo dilemma esistenziale, si avvicina ad una commessa e le chiede come faccia a lavorare con tutta quella musica, le chiede se porta dei tappi e se alla sera quando torna a casa ha mal di testa. La ragazza sorride, agita una mano, ride di nuovo e se ne va. Poi indica il Vanza al tizio nero e grosso che sta all’ingresso e tutti capiamo che e‘ tempo di andarcene e che il quesito restera‘ irrisolto.
Dormo pochissimo, per via della sistemazione, al limite dell’accettabilita‘, perche‘ Harry the king torna a casa sempre di notte e fa casino e perche‘ russa tantissimo.
Il primo giorno che l’ho visto aveva I pantaloni corti e dei vistosi lividi sulle ginocchia, mi sono chiesta come se li facesse. L’ho scoperto alla sera, quando tornata a casa ubriaco e‘ rovinosamente rotolato sulla tipica scala inglese. Stretta, buia, cigolante e ovviamente ricoperta di orrenda moquette.
Ora scrivo da una biblioteca, mentre Carlo, Elisa ed Alberto sono al lavoro e mentre il Vanza e Harry sono andati a fare la spesa.
La prossima volta scrivo del meraviglioso lavoro di Carlo, incastrato in un caffe‘ nella City, e del suo piano per far sparire tutta la gente sempre vestita di nero che si aggira per quella parte di Londra.


Mi scuso per gli errori, non ho assolutamente tempo per rileggere e soprattutto non esistendo gli accenti sulla tastiera ho usato l'apostrofo.

venerdì, agosto 11, 2006

VANZA CHIAMA LA CITAZIONE RISPONDE (non me lo ricordo)

Goodbye everybody,
direbbe uno che sta per partire per Londra. Speriamo di tornare direbbe uno che sta per partire per Londra nel 2006. Eh che ci volete fare ora funziona così e sicuro che non mi metto qui ora a discutere su come la penso su queste faccende.Perciò beccatevi la citazione prevacanziera, quella prima della partenza. Pensavo ad uno scrittore inglese, poi ad una scrittrice, poi ad un classico della letteratura. Avevo anche rispolverato Milton che mi appassionò parecchio durante il liceo ma poi ricercando nei vari libri ho trovato l'indiscusso re.Ecco allora beccatevi il sangue e la cattiveria e che ogni riferimento sia da escludere dalle vostre pensanti teste.

"LADY MACBETH Ristoratelo. Egli reca grandi notizie. Anche il corvo è rauco, mentre gracchia l'ingresso fatale di Duncan sotto i miei spalti. Venite, o spiriti che v'accompagnate ai pensieri di morte, e in questo punto snaturate in me il sesso, e colmatemi da capo a piedi, fino a traboccarne, della più spietata crudeltà! Rendete più denso il mio sangue, sbarrate ogni accesso o passaggio alla compassione; così che nessuna visita contrita dei sentimenti naturali scuota il mio feroce proposito, e venga a metter pace fra questo e la sua esecuzione! Venite ai miei seni di donna, e prendetevi il mio latte in cambio del fiele, voi o ministri d'assassinio, dovunque attendiate, con le vostre sostanze invisibili, ai misfatti di natura! Vieni, o fitta oscurità notturna, e ammantati del più buio fumo dell'inferno, così che il mio coltello affilato non veda la ferita che apre, e i cieli non si sporgano oltre la coltre di tenebra, per gridare : Ferma! Ferma!"
- W. Shakespeare- [Macbeth]

Nota a margine: niente da dire.

E solo per Giulia..."M'è sembrato di sentire una voce che gridava: "Non dormirai più! Macbeth uccide il sonno"E non ti spaventare che non succede niente. Paranoica.

PROVE PRATICHE DI VITA DA SINGLE

Allora mettiamola in questo modo: sono assolutamente consapevole di non saper vivere da sola. Tre giorni in solitudine e sto già impazzendo. Non dormo, non mangio, non leggo, non studio. Praticamente passo la giornata sul divano a guardare orribili film alla tv e finisco per asciugare qualsiasi persona capiti nel raggio di due metri da me. Come con Marek, il gentile polacco che abita sopra di noi che stamattina ore 7.30 ho pedinato e fermato. Poveretto se ne doveva andare a lavorare ma prima ha dovuto ascoltare i deliri di una pazza che in pigiama, sul pianerottolo faceva di tutto per farlo entrare in casa e preparargli il caffè. Tempo di resistenza 20 minuti. Chiunque mi telefoni, poi, rischia di starmi appiccicato ore. E insomma ne sono consapevole. Così stamani dopo aver sequestrato il polacco decido che la giornata di oggi la dedicherò alle responsabilità che una persona che vive da sola deve avere. Ecco quindi il mio bucato a mano, perchè per due calze e tre mutande non si può accendere la lavatrice e tra molte parentesi io faccio ancora fatica ad usarla e sono più le volte che la apro ancora piena d'acqua nel cestello che le volte che la roba esce come era entrata ma pulita.Poi ieri mi si è bruciata la lampadina nella stanza e a parte il panico iniziale sono riuscita a cambiare la mia prima lampadina. Ecco il riusultato. Il lampadario ancora non riesco a rimontarlo, aspetterò l'architetto. Ecco il frigo, vuoto, di una persona che vive da sola. Quello che poi mi posso permettere prima della partenza. Per il resto questa notte ho dormito ore 2 ad intervalli assurdi. Mi sveglio accendo la tv e mi becco Marzullo che intervista Ilary Blasi. Decido di sfruttare il potere soporifero della trasmissione ma neanche l'intervento della psicologa dei sogni al telefono placa la mia insonnia. Poi spengo ma giusto perchè la tv è in soggiorno e mi fa male la schiena a stare sul divano. Torno in camera, tempo un'ora e tra continui sguardi all'orologio e pensieri nefasti sono di nuovo in soggiorno, di nuovo con la tv. Marzullo non c'è più e cambio canale. Oh mio dio, Incompreso. Nessuno ha idea di quanto sia rimasta segnata da quel libro, piansi dei giorni per quella storia, il film l'avevo visto un sacco di tempo fà. E l'ho riguardato tutto anche se era già iniziato. Di nuovo a letto. Ora piove, grandina, poi piove, poi vento, poi freddo. Dormo di nuovo dieci minuti ad intervalli regolari fino a questa mattina alle 7.00 quando stanca di combattere per avere un'ora di sonno mi alzo e placco il polacco. Ah per poi accorgermi con mia immensa soddisfazione che il bucato di ieri è andato ad annegarsi nell'immensa pioggia che ci ha colpito stanotte. Perchè non solo ero sveglia per accorgermi che stava venendo il temporale ma neanche mi sono ricordata che avevo steso il mio bucato da single del giorno prima. Formato da tre magliette di tre colori diversi, lavate rigorosamente a mano e due altrettanto diversi paia di pantaloni. Ora ho rilavato tutto. A pranzo chiederò asilo alla Cesi, la vicina di fronte che spero mi faccia da mangiare perchè io non so cucinare e fondamentalmente non ne ho voglia. La ritengo un'attività da gran spreco di tempo e con quello che c'è in frigo non credo di poter fare molto. E qui le cose da fare sono due: o imparo a vivere da sola come una persona adulta e sana di mente sa fare oppure è meglio che torni all'asilo e rifaccia tutto il processo di introduzione alla vita adulta perchè quello che avrei dovuto fare mi sa che l'ho saltato.

giovedì, agosto 10, 2006

PROVE PRATICHE DI FEMMINILITA'


Ieri sera un mio compagno di università ha organizzato una festa. Superfesta in supercasa. Lui non lo conosco bene, anzi ci avrò parlato due volte e ci siam detti giusto: "a che ora è la lezione" e forse "lo fai l'esame domani?". Ma è agosto, sono in abbandono totale, mi annoio, non riesco a dormire e necessito di parlare con qualcuno. Il mio momento di socialità della giornata di ieri doveva essere il pranzo con il Vanza che dopo essersi autoinvitato si è anche dato autobuca, preferendo partire per tre giorni di montagna con la sua ragazza. Chiamiamolo scemo. Speravo nel ritorno dell'architetto che invece si presenta alle 3 per andarsene di nuovo alle 3.15. Giusto il cambio di vestiti nella valigia. E sono di nuovo in casa da sola. Allora mi chiama Francesca, una mia compagna di università anche lei, sicuramente più vicina a tal Franco che organizza la festa. Così visto che ho una marea di tempo prima delle 22 decido di mettermi questi orribili aggeggi in testa. Chiamasi bigodini. Strappacapelli mascherati da tubicini rossi. Ovvio che non sono miei, non potrei mai comprarli ma sono di Sara. Nuovi e incelofanti li apro e me li metto in testa convinta del gran risultato finale. Dopo ore e ore la testa mi prude da matti e non riesco più a tenerli addosso.
Ed ecco il risultato che sicuro non si vede bene. I miei capelli avevano delle strane pieghe e di grossi ricci come mi ero immaginata io non c'era traccia, anzi sono più mossi quando li lascio stare. L'operazione di smontamento inpalcature ha visto la dipartita di parecchie ciocche di capelli. Il tutto finisce alle ore 21.30, giusto il tempo di decidere che per l'ennesima volta avrò i capelli legati. Che poi anche se fossero venuti come li avevo immaginati li avrei legati dopo mezz'ora perchè non li sopporto. Però mi sono messa la gonna e mi sembra un gran passo avanti, ho fatto anche una foto per mandarla a mia madre che sarà felicissima.

martedì, agosto 08, 2006

SONO TORNATA

C'è una pace inverosimile in casa. Deserto, vuoto, nessun rumore. Anche per strada non si sentono molte macchine. Ho sentito solo una volta un clacson e neanche tanto forte. Il frigo piange miseria come non mai e mi toccherà andare a fare la spesa, ma adesso non ce la faccio e per stasera resisterò con poco. Ho già intravisto un bel pacchetto di cracker e delle patatine che mi aspettano.
Il bilancio del week end tra montagna e lago non è così male.
Sono partita con gente sconosciuta. Su 8 ne conoscevo uno e pure male. Simpatici, carini, divertenti per quei tre giorni in cui si è stati insieme, di più non so se avrei retto. Il primo giorno si schiattava di freddo. Io ho sempre freddo e l'inverno è la mia stagione preferita ma mi ero portata tutte cose corte e non ero attrezzata. Morivo senza il mio bel pigiamino fiorato e ho dovuto resistere con la canottiera e i calzoncini maledetti. Che freddo. Ho fatto un bagno nel lago alle 4 di pomeriggio e ho rischiato di morire assiderata. Labbra blu e brividi a manetta. Ieri invece faceva abbastanza caldo e mi son permessa un pomeriggio in piscina. Ho preso una sdraio e mi sono messa lì senza calcolare nessuno, come più o meno ho fatto nei restanti giorni. Riposo e relax totale a discapito dell'interazione sociale con gli altri. L'intelligenza mi ha permesso di mettermi un meraviglioso costume intero con una altrettanto meravigliosa apertura in mezzo a forma di ovale. Così ora oltre ad essere ustionata ho anche un bell'ovale rosso sulla pancia. Ieri sera poi in preda a convulsioni da ustione o semplicemente perchè nella giornata era sul serio evaporato il mio piccolo cervello mi sono concessa una fantastica serata tra nuovi amici. Gioco delle carte, se perdi o ti spogli o bevi. Ovvio che io bevo. Ubriaca dopo pochi minuti credo che la differenza tra i due tipi di punizione sia andata a perdersi nel corso della serata. Risvegliata da possenti braccia a bordo piscina con il mio bel pigiamino estivo addosso e un bel segno sulla faccia per aver picchiato la testa sulle piastrelle della piscina. E' ovvio che se corri ubriaca a piedi nudi sul bordo di una piscina qualcosa ti deve succedere e pure te la sei cercata.
Stamani mi alzo con le migliori intenzioni di non sapere cosa sia successo la sera prima ma il gentile ragazzo che mi ha recuperato sfracellata sulle mattonelle ci tiene ad informare tutti anche dei piccoli particolari che si erano persi. Fortuna che anche gli altri pare abbiano combianto cose ben peggiori delle mie. Ma a parte questa serata ho trascorso giorni tranquilli e in pace.Dovrei partire con il treno delle 10 ma mentre mr occhi azzurri più grandi del mondo continua a descrivere per l'ennesima volta la scena io accendo la tv. La madre di tutte le possibili scuse per escludersi da qualsiasi cosa. Becco commossa l'ultima puntata di Kiss me Licia. Quasi piangevo alla fine. Mai vista. A quasi 24 anni in mezzo ad un soggiorno pieno di gente che non conosco che mi sfotte per quello che ho combinato la notte prima a me interessa sapere solo se ci sarà il matrimonio tra Mirko e Licia. Ma è un'illusione breve, perchè la puntata finisce che Mirko promette a Licia di sposarla prima di partire per 6 mesi per l'America. Ma è solo una promessa, chissà quante ne incontrerà in giro. Mirko è solo un bugiardo, Licia una gran illusa e l'indiscusso signore di questo cartone resta senza dubbio Satomi che ci guarda ammiccante come solo lui sa fare.

sabato, agosto 05, 2006

VANZA STAMATTINA SI ANNOIA

Il consiglio dei coinquilini perdoni lo sproloquio di un uomo annoiato in un freddo mattino di agosto.
Partono tutti e partirò anche io, questo pomeriggio. Mare mio attendimi speranzoso. Detesto il mare, la sabbia, il sole, la gente appiccicata e sudata, le mamme che gridano contro i figli, le ragazzine che si muovono sempre in branco, le alghe quest'anno anche tossiche, il sale, le bruciature, i panini, l'asciugamano, il costume. Quest'anno ci vado solo per vedere la mia ragazza in costume. Senza chiedere o esigere l'esibizione di nudità. La spiaggia come un'enorme camera da letto, un preliminare che mai finisce. Idealizzo troppo? Può darsi, perchè l'ultima volta che sono stato al mare con una ragazza che si professava come la mia ragazza, da sobrio, corrisponde a circa 4 anni fa. Quant'ero giovane e bello allora. Non come adesso. Quant'era giovane e bella anche la mia ragazza di allora. Tale Marina che per via del suo nome o della sua sempre costante abbronzatura voleva sempre andare al mare. Ogni week end. Una fatica che non si può immaginare. Neanche quando facevo i peggiori lavori manuali, che per fortuna ho abbandonato, sentivo addosso una fatica così grande. Marina pretendeva il week end al mare ogni settimana. Dall'inizio di giugno. La mollai a metà luglio, stremato, abbronzato come non mai e dimagrito all'inverosimile. Che calvario quando si portava dietro la sua coppia di amici amanti del mare anche loro. Veneratori dell'abbronzatura ad ogni costo. Della carnagione color cioccolato. Quanta noia ho accumulato in quei giorni.
Ieri incontro in un locale Ale, amico anche di Marina. Lo trovo stranamente abbronzato, essendo anche lui come me bianco come un fantasma, se esistessero, e tendente all'uniformità con le lenzuola.
VP (vanza perplesso): sei stato al mare?
A:Si.
VP: Ah e come mai?
AFS (ale faccia scocciata): Eh con la tipa.
VCTC (Vanza come ti capisco): ah da rottura di marones allora? Anche io una volta avevo una tipa che voleva sempre andare al mare. Du palle tutti i week end. Ci andavo solo per vederla in costume e perchè nel viaggio di ritorno ci scappava sempre la scopata al parcheggio dell'autogrill. AFP (ale faccia perplessa): ma chi è questa?
VIPFL (vanza in piena fase logorroica): Eh Marina, ma guarda che la conosci anche tu. Certe scopate mi son fatto con lei. Con quella ci potevi solo fare quello. Tirava giù due parole di seguito e sparava solo gran minchiate.
AFP2 (ale faccia perplessa al quadrato): Ah sul serio?
VCNLSDP (vanza che non la smette di parlare): Eh si. Una volta............e un'altra..........e poi ............ e un'altra ancora...............e questa non mi ricordo se te l'ho detta................... Si insomma mi son divertito con lei. Quando non parlava era perfetta.
AFP3 (ale faccia perplessa al cubo): eh _ _ _ _ _ _
VCSVEC (vanza che si volta e capisce): ciao Marina come stai?
M: Ciao Luca, tutto bene?
VCHAFUGFDM (Vanza che ha appena fatto una gran figura di merda): Si si tutto bene, sempre più abbronzata tu eh?
M: Eh si. Io e Ale andiamo al mare praticamente ogni week end. Vero Ale?
APIN (Ale praticamente incazzato nero): Eh si andiamo al mare ogni week end ma ci mettiamo poco noi! Perchè facciamo un viaggio senza mai fermarci. Così arriviamo a casa subito, mica ci fermiamo ogni due per tre all'autogrill.
VCPPSA (vanza che piano piano si allontana): eh si fate bene, lo sanno tutti che la piaga del nostro tempo è il traffico
MCNC (Marina che non capisce): Eh?
VCP (vanza che pensa): e quando mai hai capito qualcosa tu.

Sperando che anche la mia attuale ragazza, pur non essendo paragonabile in materia celebrale a Marina, mi conceda la sosta all'autogrill.

venerdì, agosto 04, 2006

COMUNICATO DAL CAPO

Carissimi addio,
parto per una rilassante vacanzina al mare. Vacanzina perchè tornerò mercoledì ma ripartirò per un'altra settimana.
La casa è ormai vuota. Mr America è partito ieri sera con l'altro americano direzione Portogallo, Sara non la vedo da un pò e presumo sia partita pure lei.
Giulia parte anche lei domani per tornare martedì e per nostra fortuna Vanza non ha le chiavi. Almeno spero.
Custode della casa resta Manuelito.
Comunque metto giusto un paio di comandamenti da rispettare per chi si trova in questa casa durante la mia assenza. Regole che valgono anche per la mia seconda settimana di vacanza:
1. Non è permesso a chi non paga l'affitto entrare in casa senza almeno un coinquilino presente. Quindi Vanzetti è inutile che tenti come tutti gli anni di andare a farti dare le chiavi dalla Cesi per stare a scrocco qui dentro una settimana.
2. Non è permesso subaffittare le stanze o i letti. Questa è per quando tornerà Tyler, visto che l'anno scorso ci siamo ritrovati con un americano in più sul divano.
3. Manuelito non deve e ripeto non deve assolutamente lasciare la casa nel periodo estivo. Sono a conoscenza dei vostri piani per portarlo in quel di Londra e abbandonarlo davanti alla casa della regina. Certo si sa che lui è superiore a tutti noi ma non è assolutamente consentito a chiunque rapirlo o portarlo fuori di casa. Non mi costringete a metterlo in valigia per preservarlo dai vostri assurdi piani.
4. Non si toccano gli scatoloni che ho già fatto e sistemato con cura nella mia stanza. Non sono sedie, soprammobili o tavolini su cui appoggiare la vostra roba. Sempre per Vanza che ieri me ne ha sfondati due sedendosi sopra.
5. Non si accede alla mia stanza. Se violando la prima regola o la seconda qualcuno dovesse riuscire ad entrare in casa non dovrà comunque entrare nella mia stanza. Che resterà chiusa a chiave. Mi accorgo se ci entrare, brutti disturbatori della mia precisione maniacale.
6. Ultima regola. Rivolgetemi sempre un pensiero al giorno. Cattivo o buono potete deciderlo voi.

Ordine e precisione a tutti voi.
Firmato, il vero capo della casa
L'architetto Paolo

martedì, agosto 01, 2006

CAPACITA' DI APPRENDIMENTO

L'anno scorso ho passato più di un mese sola con Paolo e Carlo. Ci siamo divertiti, con la città mezza vuota, il caldo, i temporali, le cene, la gente, la tv, Luca che veniva qui ogni due per tre più di ora. Mi ricordo tutte le estati in cui ho abitato qui ma quella dell'anno scorso mi sembra di averla vissuta cent'anni fa. Mi sembra la migliore ma la più lontana. E pagherei con qualsiasi cosa la possibilità di fare ancora una volta una colazione con il caldo di luglio sul balcone con Carlo. La possibilità di andare a mangiare una granita con lui al castello sforzesco, di stendere e piegare insieme le lenzuola. Pagherei con tutto quello che ho per non sentire più la necessità di averlo vicino, per non sperare ogni volta che suona il telefono o che suonano alla porta che sia lui e che sia tornato. Pagherei per non andare più ogni mattina in camera di Paolo e guardare quel letto vuoto che non viene usato ormai da mesi. Per dimenticare la speranza che ho avuto per troppo tempo che potesse tornare, che fosse solo una cosa passeggera. Pagherei per gioire anche io quando lui mi dice che è felice, per cancellare l'immensa rabbia che ho addosso da quando è andato via in due giorni, il pensiero che 4 anni di vita insieme siano stati cancellati da un click su un computer che prenota un biglietto che cambia la vita. Pagherei per credere alle parole che la gente che mi vuole bene mi ha detto in questi mesi. Per non dire sempre "si hai ragione ma comunque", per togliere quel ma che mi porta sempre a dire ma comunque lui non vive più qui. E nessuna parola o nessuna prospettiva nuova è riuscita a togliere il finale di questa frase. E vorrei solo avere addosso la sensazione che ho avuto l'estate di due anni fa, quando io e Tyler abbiamo passato un mese isolati nel sud della Germania,in mezzo alla foresta nera. Quando una mattina alle 7 abbiamo sentito il clacson della macchina di Paolo e affacciandomi alla finestra ho visto Carlo spuntare dalla macchina. Quando anche per lui era impensabile passare più di un mese senza vederci. Vorrei che fosse così anche adesso oppure vorrei che non lo fosse mai stato. Vorrei imparare a stare più sola senza dover avere sempre il suo pensiero vicino, perchè nonostante mesi di lontananza ancora non lo so fare e lui invece ha imparato a farlo in due ore. Tanto quanto dura il viaggio in aereo.

QUANDO SI FINISCONO GLI ARGOMENTI

Argomento della serata: i difetti fisici.
Paolo è convinto che prima dei 35 anni sarà pelato. Secondo me no, può resistere almeno fino ai 37/38 poi dovrà arrendersi all'evidenza. Luca è convinto di doversi mettere a dieta a causa della sua panzetta alcolica. Secondo me gli sta anche bene non è così esagerata come crede lui. Certo in inverno causa vita da pantofolaio aumenta in modo spropositato ma è un problema che si può risolvere e in fondo a lui piace avere questa pancetta. Io sono convinta di avere le gambe storte. In realtà avrei anche un altro paio di difetti ben più importanti di questo ma non mi danno fastidio. Non so ma secondo me sono storte. Metto anche la foto. L'architetto e Luca dicono di no ma non mi sono mai fidata di quello che dicono loro. La discussione nasce dal fatto che molto spesso non mi metto la gonna o i pantaloni corti. A parte che la gonna è di una scomodità allucinante e non la sopporto, di andare in giro con i pantaloni corti sopra al ginocchio non mi pare il caso, quindi niente. Dalla foto sicuro che non si vede ma il mio ginocchio destro è corredato anche da una splendida ciccatrice lunga un bel pò di centimetri per cui qualcuno, a torto, si sente ancora in colpa. Secondo me dona personalità alle mie gambe storte.