USA, NON VI HO MAI DIMENTICATI
Pare che gli americani abbiano poche passioni nella vita. Tutte cose stereotipate che non mi metto ad elencare.
Ieri mattina, in soggiorno: la tragedia.
La nazionale di basket americana perde con disonore, ai campionati del mondo, contro la nazionale greca.
Cioè, i greci?
Non ero assolutamente a conoscenza del fatto che i greci (mio dio, i greci) sapessero giocare a basket. E a quanto ho capito bene anche. Tyler e John sono disperati. Continuano a gridare insulti ed incitamenti mentre la loro nazionale affonda in malo modo. Gridano parole in inglese con il loro orrendo accento, con le parole mangiate e mai risputate. Non si capisce niente e forse credo sia meglio così.
Ecco cosa vuol dire essere americani. Mettersi quasi a piangere all'ennesimo tiro libero sbagliato. All'ennesimo fallo fatto per nervosismo.A me viene solo in mente che l'allenatore americano assomiglia in modo impressionante a Jim Walsh, il papà di Brandon di Beverly Hills. Solo ha più capelli. Dico questa cosa un paio di volte e vengo zittita in malo modo dai due tifosi. Me ne vado lanciando l'ultima battuta: "comunque è uguale!"
Tyler per tutto il giorno ha avuto un pessimo umore e ieri sera durante l'aperitivo non ha fatto altro che dire, come abbiamo fatto a perdere, non è possibile, bla bla bla. L'architetto aveva le mie stesse perplessità circa la bravura dei greci. E anche lui continuava a chidersi, i greci?
Poi Tyler se ne esce dicendo: in fondo, voglio tornare a stare un pò negli Stati Uniti.
E l'architetto: in fondo li hai sempre odiati.
E Tyler: come abbiamo potuto perdere contro i greci?
Silenzio.
Fine.
Sopra, in foto, il tipico giocatore di basket greco. Tale Sofoklis Schortsianitis. Enorme.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home