5coinquilini

sabato, febbraio 25, 2006

DEVI SEMPRE GUARDARTI LE SPALLE

Ieri sera sono andata a cena a casa dei miei genitori. C’erano mamma, papà, quel gran simpaticone di mio fratello e un amico romano di mio padre che ha abitato a casa nostra quando avevo più o meno 15 anni. Praticamente il mio secondo padre.
Era un po’ che non li vedevo tutti insieme e devo dire che ero proprio contenta.
Appena arrivo mia madre comincia a tartassarmi di domande su tutto; l’università, il lavoro, Carlo, gli altri coinquilini, vari ed eventuali ragazzi, la casa, le bollette…
A parte che non capisco proprio il desiderio, ormai pressante, di mia madre si vedermi madre a mia volta e soprattutto superfidanzata con chissà quale bravo ragazzo: “ Perché Giulia ormai hai 23 anni ed è ora che ti trovi qualcuno con cui stare seriamente”. Ma per piacere…che incubo! E non è che perché lei si è sposata con quel pazzo di mio padre a 20 anni e ha avuto il primo figlio a 22 anche io devo fare lo stesso! Eccheccavolo!!!
Ma proprio sembra non capirla. Beh comunque mio padre non ha insistito tanto su questo tasto e di questo lo ringrazio. Ma la sua parte l’ha fatta Umberto, il romano, che voleva accasarmi con tutti i figli dei suoi amici. Ma presentali alle tue figlie!!! Che poi con loro è supergeloso!!! Una vera imboscata insomma.
Durante la cena mio padre mi chiede di Vanza. Si perché lui abita praticamente dietro casa mia e la casa dei genitori di Carlo è nella via dopo. Siamo cresciuti tutti e tre insieme e a mia madre il Vanza non è che gli sia mai piaciuto tanto e per quanto ne so io neanche Carlo.
Pare che il Vanza abbia combinato un casino con una tizia che veniva alle elementari con noi. La classica paolotta che sparla di tutti appena qualcuno non è come lei. Cioè non spende la sua vita tra chiesa e oratorio. Sapete come sono questi cavolo di paesini.
Beh insomma da quello che mi ha raccontato mio padre il Vanza era al supermercato e mentre stava facendo la spesa ha intravisto nella corsia accanto la suddetta ragazza. Poi si è avvicinato furtivamente e gli ha gridato buh da dietro. La poveretta si è messa a gridare e il bambino che aveva nel carrello si è spaventato e ha cominciato a piangere come un pazzo. Lei ha cominciato a gridare contro Vanza e il bambino, poverino, spaventatissimo, un po’ per le grida della madre, un po’ per la presenza del Vanza non la smetteva di strillare. Fino a quando è intervenuta la madre della ragazza, cioè la nonna, che ha portato il bambino fuori dal supermercato per calmarlo.
Ora, il Vanza si è beccato una serie di insulti da tutte le sciure del supermercato per aver spaventato una povera e indifesa mammina. Così è tornato a casa senza neanche aver fatto la spesa. E ora per il paese gira questa storia ingigantita a mille dove sembra che il Vanza manco volesse rapirlo sto povero bambino che lui neanche aveva visto.
Mia madre ovviamente sta dalla parte della ragazza, continuando a ripetere per tutta la cena che Vanza non doveva spaventarla in quel modo. Dio mio, neanche l’avesse accoltellata.
Mio padre, invece, se ne esce con il suo solito sproloquio contro questa gente che non ha niente da fare tutto il giorno e allora si smette a sparlare degli altri, così un po’ gratuitamente. Che poi se non si fosse messa a gridare in quel modo non sarebbe successo niente.
Mio padre dice: “ quella è sempre stata una rompicoglioni, anche da bambina, figuriamoci ora che è pure madre. Due palle di persona!”
Vabbè a me la storia fa soltanto sorridere. Perché il tutto è veramente assurdo. Se io e Carlo eravamo quelli strani che sono andati a vivere addirittura a Milano, per di più insieme essendo solo amici, ora il Vanza è una specie di maniaco spaventa bambini.
Che idiozie!!!
Usciti dall’argomento ci addentriamo nei saluti.
E mia madre mi dice che ha un regalo per me. Mi porta un pacchetto, lo apro e lei mi dice: “ Sono sicura che nella tua cucina starà benissimo!” Ma dai ma per piacere. Che cavolo è sta roba e chi cavolo la appende in cucina. A cosa servirà poi…
Esco da casa mia alle 11 e vado a piedi verso la casa di Vanza, perché non avendo la macchina ed essendo venuta in treno mi dà lui un passaggio per tornare a casa.
Ci fermiamo in un pub a bere qualcosa e gli racconto di quello che mi hanno detto i miei. Lui sempre più esterrefatto per la storia del bambino urlatore, io sempre più incredula che mia madre abbia potuto pensare che sul serio mi possa piacere quella roba in cucina, ed entrambi che cerchiamo di trovare un senso e un’utilità all’oggetto di ceramica.

5 Comments:

  • la definizione "due palle di persona" mi sembra la più appropriata...
    comunque la tragicommedia che si è svolta al supermercato l'ho trovata fantastica...non so se la Chiara e il suo bimbetto si siano divertiti ma io mi sono solo spanciato dalle risate.
    p.s.:Carlo, tra le sciure che mi hanno insultato per aver spaventato l'unità fondamentale della vita comunitaria, c'era pure tua nonna che non ha perso occasione per rivangare quella storia di quando avevamo 7 anni...

    By Anonymous Anonimo, at sab feb 25, 05:05:00 PM 2006  

  • quale storia...voglio sapere che sono curiosa
    dai racconta...

    By Anonymous Anonimo, at dom feb 26, 09:25:00 PM 2006  

  • Devi sapere mia cara Laura che il nostro Vanza ha un passato da teppistello di quartiere non indifferente. Adesso ti racconto...
    C'era una volta un bambino cattivo ma molto cattivo che odiava il natale. Un giorno, mentre passeggiava per il suo paese, vide un albero tutto illuminato. Quell'albero rappresentava lo spirito natalizio che lui tanto detestava. Allora il bambino cattivo cattivo andò a casa e prese un coltellino con il quale tagliò le palle illuminate che ricoprivano tutto l'albero. Ignaro del fatto che una vecchina stava osservando la scena dal suo balcone. Tornato a casa, orgoglioso della sua malefatta, mostrò a tutti i suoi amici le palle che aveva sapientemente reciso.
    Ma la vecchina, che adorava il natale come tutto il suo paese, andò a casa del bambino cattivo cattivo per raccontare ai suoi gentori quello che aveva visto. In un primo momento il bambino negò tutto ma di fronte alle palle che furono ritrovate sotto il suo letto dovette ammettere le sue colpe. Per punizione i suoi genitori lo fecero partecipare a tutte le attività prenatalizie e in veste di pastorello lo fecero partecipare al presepe vivente. Ma nonostate le crudeli punizioni che il bambino cattivo cattivo dovette affrontare il suo spirito anti natalizio non si arrese e già preparava nuovi colpi di scena. Così durante il presepe il bambino si tolse la sua tunica e mostrò a tutti una maglietta degli AC/DC che aveva rubato a suo fratello.
    Di fronte allo sgomento generale del paese il bambino cattivo cattivo venne allontanato dalla scena e rinchiuso nella sua stanza a meditare sull'accaduto. E da quel momento tutto il paese e la vecchina sperano che il bambino cattivo cattivo resti nella sua stanza per tutto il natale e trema al solo pensiero che possa uscire per rovinare ancora una volta il loro prezioso spirito natalizio.

    By Anonymous Anonimo, at lun feb 27, 01:47:00 PM 2006  

  • oddio me l'ero scordata sta storia.
    Mi ricordo le facce delle vecchie del paese e mio padre che se la rideva come un pazzo. Ancora dice che quello è stato il miglior presepe che sia mai stato fatto.

    Comunque non avevamo 7 anni eravamo in quinta elementare quindi più o meno avevamo 10 anni.Però scommetto che la nonna ancora se lo ricorda come ieri il momento in cui ha visto il Vanza che tagliava tutta l'illuminazione.
    fantastico!

    By Anonymous Anonimo, at lun feb 27, 09:21:00 PM 2006  

  • Carlo non mi ricordo, tu nel presepe cosa facevi?l'asino?

    By Anonymous Anonimo, at mar feb 28, 02:24:00 PM 2006  

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