BRANDELLI DI CARNE
Quesito
Per un giovedì sera tedioso e assolutamente da passare a casa, causa mancanza estrema di soldi, cosa proponete?
Carlo propone film a ripetizione ma la serata film lo sanno tutti che necessita di una preparazione psicologica accurata e abbastanza lunga.
Sara esce. Tanto paga il suo tipo.
John e Tye escono e come sempre tenteranno di farsi offrire da bere da qualcuno, spacciandosi per turisti, che poi uno vive qui da due anni e l’altro doveva restare una settimana e invece ora ha pure un appartamento tutto suo.
Paolo al quesito risponde saltellando e gridando con dei meravigliosi guanti di lattice rosa (perché stava lavando i piatti): Risiko! Risiko! Risiko! Ri si ko!!!
E io e Carlo acconsentiamo ma già lo sappiamo come andrà a finire la serata.
Pronti, via…
Tabellone? Presente
Obiettivi? Presenti
Carri armati? Presenti
Dadi?…Dadi?
Ah cazzo i dadi in questi giochi mancano sempre e adesso?
Apriamo più o meno tutti i giochi che abbiamo in casa e riusciamo a recuperare solo tre dadi. Lo so che per i puristi del Risiko ne servono sei e che tre sono rossi e tre sono azzurri. Ma noi giochiamo con tre dadi di tre colori diversi, ce piace così!
Il mio obiettivo: distruggere le armate nere.
Cazzo!
È risaputo che in tutte le partite di Risiko le armate nere equivalgono all’architetto Paolo e soprattutto equivalgono a quel ragazzetto che vuole sempre vincere e che pur di farlo venderebbe la sua mammina.
Faccio una faccia un po’ spaventata (consapevole che per l’ennesima volta perderò) e Paolo mi guarda come per dire: “Ah ho capito subito il tuo obiettivo, non ce la farai mai!”
Si comincia. Veramente.
Attacco subito la Cina. Paolo schierato con ben 3 carri armati.
Io attacco con tre e lui subito mi guarda accennando un sorrisetto e dice: “Mi difendo con uno”.
Vuole che io muoia di una morte lenta e dolorosa.
Tiro.3, 4, 2.Eh ma che sfiga!
Tira lui. 6!Ma vaffanc…
Di nuovo con tre. 4, 2, 1. Noooo
Lui. 5! Di nuovo!
Ora posso solo con due. 5, 6. Buono, forse stavolta ce la faccio.
Lui. 6!AHHHHHH!
Ma come cazzo è possibile??!!!??
Per farla breve, tempo un altro paio di tiri come questi e sono stata praticamente spazzata via dal globo.
Ora la sfida è una di quelle epocali, indimenticabili.
Rossi contro neri.
Un duello che annida le sue origini in scontri ideologici arcaici che riassume tutte le dicotomie del mondo e che alla sua conclusione porterà ad un nuovo tramonto o ad una nuova alba.
Vabbè forse non è così apocalittico ma era per rendere l’idea di come quei due si guardano e in che spirito affrontano l’ennesimo scontro.
Per arrivare in fretta alla fine.
Si capisce che a Paolo manca solo la Groenlandia per vincere.
Attacca con tre.
5, 4, 6
Carlo difende con due.
6, 3. Uno a testa.
Attacca con due. 5, 5. Eh ma che culo!!
Carlo difende con due, gli ultimi rimasti. 4, 3. Perso! Fine!
Vittoria all’architetto!!!
E lui volteggia per la casa gridando e gioendo per la sua vittoria.
Carlo lo insegue. Io inseguo i due.
E Paolo cade.
NO! Quando Paolo si fa male è sempre una tragedia greca.
Mini taglietto e lievissima sbucciatura, che si vedeva solo sotto la lampada del soggiorno, sul ginocchio sinistro.
Due ore e dico due di grida e lamentele.
E perché mi brucia e perché mi esce il sangue e portami il cerotto e prendimi il disinfettante…
Poi si aggirava per il corridoio in cui il suo scheletrico e bianchiccio ginocchietto ha toccato le piastrelle gridando: “Brandelli di carne, brandelli di carne, qui giacciono brandelli di carne che non riavrò mai più”.
Carlo giura che in piena notte l’architetto si sia svegliato mugugnando “brandelli di carne” tutto sudato e con occhi sbarrati.
Per un giovedì sera tedioso e assolutamente da passare a casa, causa mancanza estrema di soldi, cosa proponete?
Carlo propone film a ripetizione ma la serata film lo sanno tutti che necessita di una preparazione psicologica accurata e abbastanza lunga.
Sara esce. Tanto paga il suo tipo.
John e Tye escono e come sempre tenteranno di farsi offrire da bere da qualcuno, spacciandosi per turisti, che poi uno vive qui da due anni e l’altro doveva restare una settimana e invece ora ha pure un appartamento tutto suo.
Paolo al quesito risponde saltellando e gridando con dei meravigliosi guanti di lattice rosa (perché stava lavando i piatti): Risiko! Risiko! Risiko! Ri si ko!!!
E io e Carlo acconsentiamo ma già lo sappiamo come andrà a finire la serata.
Pronti, via…
Tabellone? Presente
Obiettivi? Presenti
Carri armati? Presenti
Dadi?…Dadi?
Ah cazzo i dadi in questi giochi mancano sempre e adesso?
Apriamo più o meno tutti i giochi che abbiamo in casa e riusciamo a recuperare solo tre dadi. Lo so che per i puristi del Risiko ne servono sei e che tre sono rossi e tre sono azzurri. Ma noi giochiamo con tre dadi di tre colori diversi, ce piace così!
Il mio obiettivo: distruggere le armate nere.
Cazzo!
È risaputo che in tutte le partite di Risiko le armate nere equivalgono all’architetto Paolo e soprattutto equivalgono a quel ragazzetto che vuole sempre vincere e che pur di farlo venderebbe la sua mammina.
Faccio una faccia un po’ spaventata (consapevole che per l’ennesima volta perderò) e Paolo mi guarda come per dire: “Ah ho capito subito il tuo obiettivo, non ce la farai mai!”
Si comincia. Veramente.
Attacco subito la Cina. Paolo schierato con ben 3 carri armati.
Io attacco con tre e lui subito mi guarda accennando un sorrisetto e dice: “Mi difendo con uno”.
Vuole che io muoia di una morte lenta e dolorosa.
Tiro.3, 4, 2.Eh ma che sfiga!
Tira lui. 6!Ma vaffanc…
Di nuovo con tre. 4, 2, 1. Noooo
Lui. 5! Di nuovo!
Ora posso solo con due. 5, 6. Buono, forse stavolta ce la faccio.
Lui. 6!AHHHHHH!
Ma come cazzo è possibile??!!!??
Per farla breve, tempo un altro paio di tiri come questi e sono stata praticamente spazzata via dal globo.
Ora la sfida è una di quelle epocali, indimenticabili.
Rossi contro neri.
Un duello che annida le sue origini in scontri ideologici arcaici che riassume tutte le dicotomie del mondo e che alla sua conclusione porterà ad un nuovo tramonto o ad una nuova alba.
Vabbè forse non è così apocalittico ma era per rendere l’idea di come quei due si guardano e in che spirito affrontano l’ennesimo scontro.
Per arrivare in fretta alla fine.
Si capisce che a Paolo manca solo la Groenlandia per vincere.
Attacca con tre.
5, 4, 6
Carlo difende con due.
6, 3. Uno a testa.
Attacca con due. 5, 5. Eh ma che culo!!
Carlo difende con due, gli ultimi rimasti. 4, 3. Perso! Fine!
Vittoria all’architetto!!!
E lui volteggia per la casa gridando e gioendo per la sua vittoria.
Carlo lo insegue. Io inseguo i due.
E Paolo cade.
NO! Quando Paolo si fa male è sempre una tragedia greca.
Mini taglietto e lievissima sbucciatura, che si vedeva solo sotto la lampada del soggiorno, sul ginocchio sinistro.
Due ore e dico due di grida e lamentele.
E perché mi brucia e perché mi esce il sangue e portami il cerotto e prendimi il disinfettante…
Poi si aggirava per il corridoio in cui il suo scheletrico e bianchiccio ginocchietto ha toccato le piastrelle gridando: “Brandelli di carne, brandelli di carne, qui giacciono brandelli di carne che non riavrò mai più”.
Carlo giura che in piena notte l’architetto si sia svegliato mugugnando “brandelli di carne” tutto sudato e con occhi sbarrati.
1 Comments:
preciso:
1. io vinco perchè sono bravo
2. il taglietto non era così piccolo ma una vera e propria abrasione
3. ha sanguinato anche oggi
4. io non venderei mai la mia mammina
5. è vero che ho usato l'espressione brandelli di carne ma di notte non mi sono svegliato
Detto tutto ciò aggiungerei che è il bruciore della sconfitta a farvi parlare
By Anonimo, at ven feb 24, 06:44:00 PM 2006
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