CON 120 PUNTI VINCI UNA LAUREA
Le lezioni sono iniziate.
Che palle! Un altro anno, altri esami, altri professori, scazzi, mazzi, rotture, bocciature…
Ieri tutta la casa, tranne Paolo e John, era in fermento per capire come organizzare il tempo delle lezioni. Piani di studio alla mano, orari scaricati da internet, penne, matite, fogli, evidenziatori e tutto il set della miglior cancelleria in circolazione per calcolare i corsi da seguire.
Chiunque stia affrontando il complicato mondo dell’Università e soprattutto quel casino delle lauree specialistiche, sa perché serve un intero pomeriggio per capire dove cavolo si deve andare il primo giorno di lezione. Poi se si frequenta la Statale di Milano non ne parliamo.
Tutti, tranne Sara, abbiamo piani di studio personalizzati a seconda delle triennali di provenienza. Corsi a scelta, obbligatori, propedeutici, crediti formativi, laboratori, seminari, certificazioni, stage, recuperi, aree di studio, caratterizzanti, affini… un vero delirio! Prendere la laurea sembra una vera corsa ad ostacoli. A volte abbiamo l’impressione di star facendo una raccolta punti! Oggi ha fatto un esame e ho preso 9 crediti, quindi 9 punti, io 3, io 6, mi mancano 3 crediti e esaurisco l’area delle attività caratterizzanti, ma che cavolo è sta roba?
Dopo ben due ore per mettere a posto gli orari di tutti, abbiamo finito e ognuno con il suo foglietto ha finalmente capito cosa deve fare e dove deve andare.
Personalmente per riuscire a sopravvivere a quest’inizio di università dovrei possedere il dono dell’ubiquità. Devo seguire 3 corsi contemporaneamente e per di più alle 8.30 di mattina. Ma stiamo scherzando? E poi si lamentano che gli studenti non frequentano!
Mi mettono ben 6 corsi da seguire il primo semestre. Tutto ciò vuol dire che da febbraio non si fa niente perché restano pochi corsi e che adesso devi farti tutto lo sbatti. Ma che palle! Non è possibile ripartire tutto in modo equo? In fondo se c’è un intero anno di università vorrà pur dire qualcosa, o no?
Mah, comunque dal mio foglietto risulta che a lezione devo andare solo mercoledì, giovedì e venerdì. Ma dai! Assurdo! Come faccio, mi trovo un lavoro solo il lunedì e il martedì?
Ma mettere le lezioni solo al mattino o al pomeriggio però distribuite in 5 giorni no?
Poi se lo dici a qualche prof ti dicono pure che lo fanno per aiutarti così in quei 2 giorni puoi studiare e gli altri giorni segui le lezioni. Si bravi e io quando lavoro? Ma il tuo lavoro è lo studio. Ah grande teoria! Vallo a dire al mio padrone di casa che questo mese pago l’affitto con la teoria semiotica di Eco o con il metodo sociologico di Durkheim. Vabbè ora è inutile angosciarsi, vedremo come va…
Nessuno sembra soddisfatto tranne Paolo che si è detto contento di essere riuscito a prendere la laurea con il vecchio ordinamento. Beata la sua vecchiaia!
Che palle! Un altro anno, altri esami, altri professori, scazzi, mazzi, rotture, bocciature…
Ieri tutta la casa, tranne Paolo e John, era in fermento per capire come organizzare il tempo delle lezioni. Piani di studio alla mano, orari scaricati da internet, penne, matite, fogli, evidenziatori e tutto il set della miglior cancelleria in circolazione per calcolare i corsi da seguire.
Chiunque stia affrontando il complicato mondo dell’Università e soprattutto quel casino delle lauree specialistiche, sa perché serve un intero pomeriggio per capire dove cavolo si deve andare il primo giorno di lezione. Poi se si frequenta la Statale di Milano non ne parliamo.
Tutti, tranne Sara, abbiamo piani di studio personalizzati a seconda delle triennali di provenienza. Corsi a scelta, obbligatori, propedeutici, crediti formativi, laboratori, seminari, certificazioni, stage, recuperi, aree di studio, caratterizzanti, affini… un vero delirio! Prendere la laurea sembra una vera corsa ad ostacoli. A volte abbiamo l’impressione di star facendo una raccolta punti! Oggi ha fatto un esame e ho preso 9 crediti, quindi 9 punti, io 3, io 6, mi mancano 3 crediti e esaurisco l’area delle attività caratterizzanti, ma che cavolo è sta roba?
Dopo ben due ore per mettere a posto gli orari di tutti, abbiamo finito e ognuno con il suo foglietto ha finalmente capito cosa deve fare e dove deve andare.
Personalmente per riuscire a sopravvivere a quest’inizio di università dovrei possedere il dono dell’ubiquità. Devo seguire 3 corsi contemporaneamente e per di più alle 8.30 di mattina. Ma stiamo scherzando? E poi si lamentano che gli studenti non frequentano!
Mi mettono ben 6 corsi da seguire il primo semestre. Tutto ciò vuol dire che da febbraio non si fa niente perché restano pochi corsi e che adesso devi farti tutto lo sbatti. Ma che palle! Non è possibile ripartire tutto in modo equo? In fondo se c’è un intero anno di università vorrà pur dire qualcosa, o no?
Mah, comunque dal mio foglietto risulta che a lezione devo andare solo mercoledì, giovedì e venerdì. Ma dai! Assurdo! Come faccio, mi trovo un lavoro solo il lunedì e il martedì?
Ma mettere le lezioni solo al mattino o al pomeriggio però distribuite in 5 giorni no?
Poi se lo dici a qualche prof ti dicono pure che lo fanno per aiutarti così in quei 2 giorni puoi studiare e gli altri giorni segui le lezioni. Si bravi e io quando lavoro? Ma il tuo lavoro è lo studio. Ah grande teoria! Vallo a dire al mio padrone di casa che questo mese pago l’affitto con la teoria semiotica di Eco o con il metodo sociologico di Durkheim. Vabbè ora è inutile angosciarsi, vedremo come va…
Nessuno sembra soddisfatto tranne Paolo che si è detto contento di essere riuscito a prendere la laurea con il vecchio ordinamento. Beata la sua vecchiaia!
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